Bonus & Co.: cosa succederà? Intervista a Costanzo Cerrotta

di Claudia Catuogno. –

La parola agli esperti.
Abbiamo chiesto al dottore commercialista Costanzo Cerrotta di darci una mano a capire la situazione e gli eventuali sviluppi sulla questione coronavirus & economia, ma anche – e soprattutto – per fare il punto su stagionali e decreto “Cura Italia”.

Il decreto conferma che gli operatori del turismo rientrano nel bonus dei 600 euro. E’ corretto?

Premetto che il testo del decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale pochi giorni fa, siamo quindi solo alla prima lettura. Si, comunque l’art. 29 del Decreto Cura Italia prevede: ‘Ai lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore della presente disposizione, non titolari di pensione e non titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data di entrata in vigore della presente disposizione, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro’. Questo è il testo del decreto. Sembra semplice ma obiettive difficoltà interpretative potrebbero riguardare cosa si intende per cessazione involontaria del lavoro e anche in relazione al concetto di stagionalità. Mentre per quest’ultimo sembra abbastanza chiaro il riferimento sia ai Ccnl che prevedono al loro interno la stagionalità del rapporto e sia all’elenco previsto di lavori stagionali in un vecchio decreto del 1963 (senza entrare troppo nel tecnico), per quanto riguarda la cessazione involontaria del rapporto di lavoro è più difficile essere certi sulla corretta interpretazione”.

Di che lavoratori stiamo parlando? Ci può fare degli esempi “capresi”?

“I dipendenti degli alberghi e delle strutture ricettive ed i dipendenti di bar, ristoranti, stabilimenti balneari, eccetera. Esclusi al momento i dipendenti del settore commercio”.

L’indennità di 600 euro prevista per i lavoratori del turismo pare rivolgersi esclusivamente a chi è rimasto senza contratto involontariamente, quindi non in via concordata all’assunzione a tempo determinato.
Ce lo conferma?

“Per rispondere a questa domanda credo sia necessario attendere i chiarimenti dell’INPS, credo che ci sarà un’interpretazione estensiva della norma perché altrimenti viene meno la ratio della stessa di aiutare i lavoratori stagionali del settore turistico che vengono assunti a tempo determinato ogni anno, anche se c’è da dire che la copertura della norma è di 103,8 mln di euro. Parliamo quindi al momento di un massimo di circa 171.000 beneficiari”.

I lavoratori che a marzo avranno la tranche finale del sussidio Naspi potranno ottenere
anche il bonus? Ne hanno diritto? Riceveranno meno soldi?


“Credo di no, non leggo nel testo dell’articolo riferimenti a proporzionalità dell’aiuto”.

Che strumenti avrebbe lo Stato (tra quelli non indicati nell’ultimo decreto) per tutelare i lavoratori stagionali?

“Si potrebbe estendere il Reddito di Cittadinanza facendo rientrare chi nel 2020 non avrà reddito. Nel frattempo, mi permetto di consigliare di dotarsi del Pin Inps perché qualsiasi domanda di aiuto prevista nel decreto va fatta all’Istituto e molte sono ad esaurimento fondi. Visto che risulta complesso spostarsi presso gli sportelli e patronati, credo che il Pin Inps sia fondamentale, quando saranno disponibili i canali telematici, per presentare tempestivamente le domande”.

Le misure annunciate il 17 marzo secondo Lei saranno seguite da analoghi provvedimenti anche per il prossimo mese?

“Immagino di sì perché il decreto di questi giorni non impiega i 25 miliardi previsti ma soltanto la metà. Sicuramente come già annunciato ci sarà un ulteriore decreto ad aprile quando si spera capiremo meglio i tempi di uscita dalla crisi sanitaria”.

Vogliamo azzardare una previsione per la salute economica dell’isola?

“Sono abbastanza preoccupato perché credo ci saranno tre mesi (marzo compreso) di blocco totale del turismo e da giugno, speriamo, potrebbe iniziare molto lentamente a muoversi qualcosa. E’ quindi pacifico che le conseguenze sul piano economico possono essere devastanti. Per ridurre l’impatto è necessario che ognuno faccia la sua parte in questa fase. Un grande patto di solidarietà che coinvolga: lo Stato, che con il decreto ha iniziato a fare la sua parte; Regione, che una volta tamponata l’emergenza sanitaria emanerà provvedimenti specifici per il turismo; Comune, che come già annunciato adotterà interventi che non siano, mi auguro, di sola proroga, ma con riduzione effettiva di imposte e tasse soprattutto di quelle legate ai numeri del turismo che obiettivamente saranno diversi, con aiuti anche alle famiglie; e poi gli imprenditori che dovranno essere coraggiosi a riaprire il prima possibile magari anche in misura ridotta assumendo il più possibile lavoratori residenti sull’isola. Anche i dipendenti a loro volta dovranno capire che quest’anno sarà dura per tutti e quindi bisogna ‘abituarsi a pensare’ ad accordi anche differenti rispetto al passato, sia come tipo di mansione, che dal punto di vista economico. Almeno all’inizio.

Solo con la collaborazione e il sacrificio di tutti il motore potrà essere di nuovo messo in moto. Infine, agli imprenditori del turismo suggerirei di utilizzare questo tempo di attesa per iniziare a programmare la propria attività tenendo conto delle indicazioni dell’Oms su igiene, sanificazioni, dotazioni e spazi di sicurezza e quant’altro sia per i dipendenti che per i clienti. Credo che per quest’anno difficilmente potremmo fare a meno di confrontarci con questi concetti anche una volta superata l’emergenza sanitaria. Non sprechiamo questo tempo prezioso”.