Un caffè con Capri #15 – Le principesse d’aprile

Michele Di Sarno. –

Quella isolana, è gente che non ama starsene con le mani in mano: la percezione che questo secondo passaggio a vuoto della primavera sia temporaneo è ancora forte, si respira fiducia per l’anno prossimo ma anche una sensazione di impreparazione di fronte al mondo che certamente tornerà ma che, probabilmente, tornerà cambiato.

La Signora, pur rispettando la tradizione del giovedì, ha anticipato l’orario del nostro appuntamento: non vorrei montarmi la testa, ma per un attimo ho avuto l’impressione che avesse premura di incontrarmi, Sarà stata, forse, qualche reazione a seguito delle sue ultime dichiarazioni, cosa inusuale: nessuno è profeta in patria, figuriamoci la patria stessa!

“Destagionalizzazione!”, mi urla dalla soglia della sua splendida villa, mentre io sono appena al cancello d’ingresso.

“Ecco il termine che non mi sovveniva! La parola è cosa vostra: io sono più pragmatica e non posso fare a meno di farle notare che questo termine relativamente recente esprime un concetto che già mi apparteneva tanti decenni fa! Negli anni Cinquanta e Sessanta, il mio prestigio non era di certo legato alle stagioni né alla data in cui cadeva la Santa Pasqua: lo sa che il mese d’aprile sono stata meta delle visite delle principesse Margaret e Soraya? Aprile, capisce? Per giunta, la contessa di Snowdon, sorella dell’attuale regina, veniva qui accettando in omaggio un semplice fascio di rose e nulla più, mentre la camera dell’albergo ideale per lei doveva avere solo l’indispensabile: un cassettone con uno specchio, un piccolo letto e un tavolino. Certo, una camera con vista – gli occhi, almeno, non andrebbero mai privati di piccoli vizi – e con i fiori sul terrazzino: ireos, piante grasse e garofani.
Soraya, dalla vita più tumultuosa, veniva qui per sfuggire ai paparazzi di Roma, fingendo di concedersi a quelli capresi, molto più discreti nel cogliere il dolore di una donna appena ripudiata dallo scià di Persia perché non avrebbe potuto dargli un figlio, fatto che – a torto – la fece conoscere come principessa ‘dagli occhi tristi’.

Paparazzi, nobili, fughe, storie: le cose che da qualche tempo – e di rado – si sentono solo a luglio e ad agosto, ancor prima accadevano ad aprile. La destagionalizzazione di cui tanto si parla oggi non è altro che il desiderio di tornare a quel modo d’intendere un’isola che non conosce calendari e scandisce il tempocon le principesse!”

M’inchino al cospetto di Sua Maestà, Capri.