Ora più che mai e ora o mai più

di Vincenzo Iovino. –

Il Covid-19, nella sua tragicità, ci sta regalando una grandissima opportunità ad ogni livello, familiare, sociale, economico, politico, etc. E’ indiscutibile infatti, a mio avviso, che anche il paragone con la guerra non regge, perché, con tutto il rispetto per chi l’ha vissuta, la situazione attuale è ancor più grave considerato che il nemico è invisibile e non esiste una possibile tregua ferrea per bloccarne l’attività: al momento è fuori dalla possibilità di controllo da parte dell’uomo!
Eppure, nonostante sia un evento foriero di malattia, morte e paura, ci sta consegnando un ambiente assolutamente ripulito, un ecosistema che si sta riequilibrando da solo e, soprattutto, ci sta facendo riconsiderare le priorità della vita: ci sta “costringendo” alla convivenza in famiglia (facendoci vivere la giornata insieme), al recupero delle nostre memorie (abbiamo tutti riordinato il cassetto delle fotografie), alla eliminazione delle cose superflue, alla maggiore considerazione ed al rispetto di quello che abbiamo (avendo il timore di perderlo), ad una più attenta partecipazione politica e sociale, e così via. Ora, venendo alla nostra isola, è impossibile non restare affascinati dalle foto che riproducono il mare in tutta la sua trasparenza, dalla riconquista dell’ecosistema con i gabbiani che tornano a mangiare a mare, dalla tranquillità – sicuramente eccessiva – che si respira ovunque, dai profumi della natura ma, nello stesso tempo, non si può non essere atterriti da quello che il futuro può riservare ad un Isola baciata dalla fortuna che, nel tempo, ha vissuto sugli allori, adeguandosi alla globalizzazione ed alla facilità di circolazione ed al fatto che “Capri è sempre Capri”.
Siamo arrivati a gestire numeri assolutamente non proporzionati alle dimensioni ed ai servizi dell’Isola, a discapito nostro ma anche e, a volte, soprattutto, dei turisti costretti, in due ore ed a costi spropositati (veicolati per lo più fuori delll’isola), a non vedere praticamente nulla ma solo a prendersi il patentino dell’essere stati a Capri.

Siamo arrivati a perdere, molto e troppo spesso, la cultura dell’accoglienza che ha costruito, unitamente alle bellezze naturali, il mito di Capri ed a vedere il lavoro semplicemente come mezzo per poter vivere una vita e soddisfare bisogni oltre il necessario, anche perdendo la propensione al risparmio. Siamo arrivati a vedere la politica come la lotta contro qualcuno, piuttosto che per qualcosa, per cui chi amministra, troppo spesso, è impegnato a contrastare chiunque non sia allineato alla propria fazione, piuttosto che valutare, nel supremo interesse dell’amministrato, cosa sia meglio o, magari, a riconoscere i propri errori ed i propri limiti e, con essi, la necessità degli altri.
Siamo arrivati a non pensare che, tra noi, potessero esserci tante persone che, secondo gli schemi acquisiti, non si rendevano conto di vivere al limite del possibile e che, da un momento all’altro, potevano trovarsi senza lavoro e, soprattutto, senza prospettive e, così, in gravi difficoltà. Siamo arrivati a far vivere l’isola per il solo tempo in cui la si fosse potuta spremere ben benino, senza mai sacrificarci, tutti rimettendoci qualcosa, per cercare di renderla viva per tutto l’anno, trovando una volta la giustificazione nel cattivo tempo, altra volta nella chiusura degli alberghi, altra, infine, nella impossibilità di dare servizi per mancanza di idonee strutture (cinema, teatro, etc.).
E poi è arrivato il Covid-19 che ha spiazzato tutto e tutti, costringendoci a fermarci ed a pensare!

Sono convinto che oggi abbiamo una occasione unica e (mi auguro) irripetibile per poter riprendere in maniera corretta e compiuta la giusta via, quella di rispetto del luogo in cui abbiamo avuto la grande fortuna di essere nati e che abbiamo la grande responsabilità, nei confronti dei nostri genitori e per i nostri figli, di preservare. Cosa fare? Al momento potrebbero venire fuori tante idee ma, prima di stabilire cosa fare, bisognerebbe definire un metodo comportamentale di rispetto generalizzato che dovrebbe portare al superamento o, quanto meno, alla temporanea sospensione della lotta tra persone, delle urla, della supponenza, dell’aggressione, dell’invidia, dell’accaparramento della primogenitura, dell’esclusione, dal momento che l’obiettivo da raggiungere è, certamente, superiore agli interessi personali.
Bisognerebbe, poi, fare una fredda analisi della situazione attuale ed una buona progettazione dell’Isola di Capri futura sulla base di alcuni obiettivi da raggiungere: rispetto della natura, tutela del lavoro, della famiglia, delle imprese, il tutto con la previsione dell’apertura per tutto l’anno e, per fare questo, a mio avviso ci vorrebbe un unico tavolo di concertazione assolutamente ampio e rappresentativo (amministrazioni dei due comuni, imprese, professionisti, lavoratori, etc.) dal quale fare emergere condivise indicazioni su cui far lavorare un gruppo di consulenti di alto profilo estranei all’Isola in modo da poter essere maggiormente obiettivi e con vedute più ampie.
Il momento per poter essere artefici del nostro destino è arrivato, ora più che mai ma, soprattutto, ora o mai più!