I fogli nel cassetto #10: Capri riparta dell’enogastronomia

di Ugo Canfora.

Dopo più di un mese in cui la piazzetta di Capri, salvo i tavolini dei bar, si è presentata come un triste deserto, qualche giorno fa è stato davvero rincuorante rivederla gremita, nonostante il tempo inclemente,  in occasione dell’accensione delle luminarie natalizie e del gemellaggio con la Val di Sole. Una collaudata routine, formula vincente con spettacolo ed assaggi di pietanze tipiche locali della località montana.  Al di là delle solite ironie, alle quali non mi sottraggo, sugli “assalti” ai buffet, bisogna dire che gli stand, il cibo e i profumi che si diffondono nell’aria, il vociare della folla mettono una certa allegria, una caratteristica che a queste latitudini specialmente d’inverno manca completamente. Potrebbe essere un’idea per i tristi mesi di bassa stagione: Capri riparta dall’enogastronomia, un settore dove oggettivamente abbiamo molto, ma veramente molto da dire. “Panem et circenses” potrebbe non avere necessariamente un’accezione negativa. Probabilmente ci siamo fissati su aspetti secondari, la solfa sulle vetrine delle griffe di via Camerelle accese o spente, allestite o coi pannelli. Alla fine cosa cambia? Il dato di fatto ]è che tali attività siano chiuse. Come è chiusa la maggior parte di bar e ristoranti.

La piazzetta – rispettandone sempre la sacralità, per carità – potrebbe diventare teatro di eventi enogastronomici, con postazioni di ristoro e stand di prodotti locali e, se non è troppa grazia, si potrebbe aggiungere anche un po’ di intrattenimento, estendendo il tutto anche alle viuzze nei dintorni? Quello che mi viene in mente è l’esempio della manifestazione Pizza Jazz che si tiene ad Anacapri, che, grazie al clima festoso e proposte gastronomiche semplici e sfiziose, attira sempre numerosi partecipanti. Mi sembra evidente che proprio questo tipo di eventi attrae maggiormente la popolazione locale, che, poi, alla fine, proprio per una questione di decoro sociale, dovrebbe essere il beneficiario principale delle varie proposte contro la desertificazione invernale. E magari, ma adesso probabilmente sogno troppo, eventi di questo genere potrebbero attirare anche qualche turista fuori stagione?