L’alchimia del Qubè Cafè

di Ugo Canfora. –


Daniele Amato e Giuseppe De Rosa, titolari del Qubè Cafè ci accolgono nel loro bar, il luogo di ritrovo più “alternativo” e trasversale, e forse il più piccolo, in uno degli antichi vicoli del centro di Capri. Parliamo di ripartenza, fra voglia di fare e responsabilità, ma anche del riappropriarci della nostra “vita precedente”, fra una chiacchierata tra amici ed un buon cocktail.

Il Qubè Cafè è stato uno dei primi a chiudere all’inizio della pandemia, ed il primo bar a riaprire quando la legge l’ha consentito. È stato difficile per quello che forse è il bar più piccolo dell’isola?


“Abbiamo chiuso l’8 marzo, qualche giorno prima che decretassero la chiusura forzata degli esercizi, è stata una decisione sofferta ma ben ponderata, in molti ci hanno elogiato per il senso di responsabilità e l’evidente sacrificio che stavamo facendo per tutelare la salute pubblica, la nostra e quella delle nostre famiglie. Non siamo un bar da grandi numeri e non abbiamo mai fatto nemmeno chiusura settimanale, alla fine del lockdown conti alla mano abbiamo deciso di riaprire il prima possibile per limitare i danni economici che la crisi ci stava causando”.

Quali sono gli accorgimenti che avete preso per riaprire in sicurezza?


“Abbiamo semplicemente seguito minuziosamente tutte le disposizioni imposte da Stato e Regione. Sanificazioni, dispenser di gel igienizzante in vari punti del locale, distanza di un metro tra le sedute. Tutto questo a caro prezzo, le aziende che forniscono dpi stanno giocando al rialzo per quelli che ormai sono diventati strumenti indispensabili per permettere ad un’attività di riaprire. Il distanziamento sociale è il punto che più ci ha penalizzati, per attuare questa procedura ci siamo armati di metro e di santa pazienza, alla fine ci siamo accorti di avere a disposizione meno della metà dei posti che avevamo prima e sono davvero evidenti le difficoltà che incontriamo per poter andare avanti”.

La clientela come ha preso le nuove disposizioni? Indubbiamente l’atmosfera è diversa…


“La maggior parte si attiene scrupolosamente alle regole. C’è chi ci accusa di essere troppo rigidi nel seguire le disposizioni Anti-covid, dimenticandosi che si tratta di precauzioni per tutelare anche sé stesso e chi gli sta vicino. Ovviamente l’atmosfera non è quella che ci si aspetta in un locale dove sono solite incontrarsi persone che si conoscono da sempre e che prima di questa brutta parentesi si ammassavano tra i divanetti spalla a spalla l’un l’altro. Ma da ogni crisi nasce un’opportunità, vediamola così, adesso si chiacchiera più facilmente”.

Il Qubè: una storia ventennale, nel libro dei ricordi tante serate sfrenate, allegria e goliardia, mai nessun problema di ordine pubblico degno di nota, come si crea quest’alchimia?


“Il 16 giugno il Qubè Cafè ha compiuto 21 anni, si sono intervallate diverse gestioni e da tre anni ci siamo noi. E’ sempre stato un punto di ritrovo eterogeneo e variegato annullando così le classi sociali e portando tutti allo stesso livello. Conviviale e confidenziale, lasciamo fuori dalla porta l’ambiente laccato e posh di quella Capri in cui punta solo l’apparire e chiamiamo per nome tutti i nostri avventori che sono per la stragrande maggioranza persone di Capri che prima di essere nostri clienti sono nostri amici”.

Praticamente una vera e propria famiglia. ma voi prima di tutto siete degli imprenditori e credete nel vostro lavoro: secondo voi si sta facendo abbastanza per far ripartire il sistema Capri?


“Veramente ci definiamo più dei commercianti, alla fine non ci siamo inventati nulla. Quella che noi chiamiamo Qubè Family è l’alchimia che si crea tra chi frequenta questo bar, tra chi ci mette piede da 21 anni e chi sta iniziando a scoprirlo solamente adesso. Avere una seconda casa dove poter andare a fare due chiacchiere anche durante un piovoso lunedì di febbraio, perchè il Qubè resta sempre aperto, ogni sera. Capri attualmente è ancora assopita, sta mostrando i primi segnali di ripresa ma di sicuro non è ancora ripartita, forse dovremmo dare qualche stimolo in più al turista per invogliarlo a preferire la nostra isola rispetto a qualsiasi altra località di villeggiatura, sfruttare quello che di tanto bello abbiamo come scenario naturale e reinventarci dal punto di vista commerciale e ricettivo”.

Salutiamoci con allegria e con un brindisi: qualche consiglio per i nostri lettori, cosa gustiamo quest’estate? Birre, infusioni, cocktail?


“Un’infusione di vodka e Amuchina…(risata) scherziamo; per quest’estate abbiamo un fitto calendario di birre della settimana ed infusioni che però non vogliamo svelare per non rovinare la sorpresa, quindi mi terrei sul classico, per la birra sicuramente una bella ‘Nastro’ un tormentone ormai da sempre per gli amici del nostro bar. Per quanto riguarda i cocktail quest’anno puntiamo sullo Spicy Rum per dare un tocco esotico e deciso a drinks classici che ormai hanno stufato, per l’appunto consigliamo una spruzzata di Capitan Morgan Spicy nel vostro Mojito, oppure chiedeteci un Rum Cooler o un Daiquiri con il Sailor Jerry, promettiamo che non ve ne pentirete, cheers!”.