Il piacere dell’obiettività

di Michele di Sarno.

Che sia un acquirente di un qualsiasi prodotto, che sia l’utente di un qualsiasi servizio, che sia un elettore, il cittadino ha diritto “di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” (il salvifico articolo 21 della Costituzione italiana).

Se gli imprenditori, i responsabili dei servizi e i politici possono scegliere di adulterare il proprio pensiero per convenienza (pubblicità, attacco, difesa, ricerca di consensi), perché dobbiamo farlo anche noi comuni cittadini, che non ne abbiamo alcun bisogno?
Serve iniziare ad avere un pizzico di coraggio e smettere di badare all’interpretazione che possano dare o alle reazioni che possano avere le persone oggetto delle nostre opinioni, purché queste ultime siano autentiche, genuine.
Non c’è nulla da temere: se, per esempio, avessi un simpatico conoscente che vende i limoni, e lui mi chiedesse di dargli una mano con un po’ di passaparola, io mi sincererei prima che i limoni siano di buona qualità o, almeno, di mio reale gradimento. In caso negativo, la pubblicità non gliela faccio mica, e non ci sarebbe nulla di male: confidando nel buon senso dell’imprenditore, sono certo che capirebbe e, anziché cominciare a considerarmi un nemico, si ingegnerebbe a migliorare la qualità di ciò che propone al pubblico.

Il concetto “con me o contro di me” è deleterio per tutti, perché crea un clima in cui la tensione sociale aumenta a scapito del senso di responsabilità di entrambe le parti.
È chiaro che in una realtà piccola come la nostra questo sia più difficile, perché sciaguratamente c’è meno distacco – talvolta non ve n’è affatto – tra le due parti (l’imprenditore e l’acquirente, il responsabile del servizio e l’utente, il politico e l’elettore). Tuttavia, dimentichiamo che se lasciamo che l’obiettività di ciascuno di noi venga minata da vicende e rapporti personali, rischiamo anche di sminuire il compito di chi si propone a noi, in una veste o nell’altra: lasciamoci conquistare!