Ritagli di tempo #24: Quando Maradona rifiutò Capri

di Michele Di Sarno. –

Era l’agosto del 1992 quando Diego Armando Maradona – scontata una pesantissima squalifica sportiva di 15 mesi per un test antidoping attraverso cui si rinvennero tracce di cocaina – aveva deciso di lasciare Napoli, la città che lo venera da oltre trentacinque anni.
Si sentiva “fregato” da quella città, diceva.

Nonostante i suoi comportamenti lontani dai principi sportivi e dalla professionalità di un tesserato, sul Corriere della Sera dell’epoca si legge che l’allora presidente Corrado Ferlaino le provò tutte per convincerlo a tornare sui propri passi e non preferire altri lidi come il Boca Juniors o, come invece avverrà, peraltro infelicemente, il Siviglia. Un’aria pesante, insomma, in quel Napoli che sapeva di aver perso quell’alchimia tra i calciatori che, oltre Maradona, avevano regalato le maggiori gioie ai tifosi partenopei (difatti solo un anno dopo Ferlaino cedette la presidenza e la società si scoprì sommersa dai debiti).

Il tentativo massimo del n.1 della società sportiva fu l’ipotesi di affittare per El Pibe de Oro quella Villa Silvania in zona Damecuta (con vista sulla Grotta Azzurra) che vantava la prossimità alla piazzola per raggiungere Napoli in elicottero in pochi minuti. L’investimento che avrebbe fatto il patron del Napoli sarebbe stato di 144 milioni di vecchie lire, circa 125.000 euro. Chissà se l’ex calciatore abbia avuto almeno qualche accenno di tentennamento di fronte al fascino irresistibile – specie se paga qualcuno per te – dell’isola, malgrado ciò che dichiarava alla stampa, ovvero che lui ed altri calciatori del Napoli, per caricarsi prima delle partite, insultavano Ferlaino. E poi vincevano.
Nonostante ciò, un po’ per l’utopia di tornare ad imporsi nel calcio italiano ed europeo, un po’ per restituire ai propri tifosi quel campione smarritosi per strada, il presidente pensò alla nostra isola come ultima tentazione.

De Laurentiis, recentemente, ha preferito godersi una villa di Capri per sé. E i calciatori facciano un po’ quello che vogliono.