Coronavirus. Moffa: “Adolescenti e autonomia”

di Claudia Catuogno. –

Abbiamo chiesto alla pediatra Margherita Moffa consigli e indicazioni su misura per le famiglie capresi.

Com’è la situazione al momento a Capri? 

“Attualmente la situazione sull’isola è sotto controllo. Non ci sono casi. I capresi rientrati dalle zone rosse del Nord Italia, dove hanno soggiornato per motivi di studio o di lavoro, si sono autodenunciati e sono in quarantena. Tutti al momento sono asintomatici. Ovvero stanno bene”.

Ci sono casi tra i suoi pazienti?

“No, nessuno. Ricordiamo che i bambini e le bambine sono suscettibili al coronavirus quanto gli adulti, è solo meno probabile che sviluppino sintomi gravi. La chiusura delle scuole si è rivelato un intervento di contenimento efficace per evitare la diffusione della malattia. Resta però vero che i bambini continuano ad essere un veicolo molto importante di diffusione all’interno della famiglia e della comunità”.

Cosa consiglia ai genitori?

“Questa influenza è nuova, ancora da studiare. Alla luce dell’esperienza cinese, e di quella delle città del Nord Italia, i bambini sembrerebbero superare l’infezione con più facilità. Ma è vero che è più difficile mantenere una buona igiene delle mani ed evitare il contatto con bocca e occhi. Più di noi adulti, per loro è necessario soggiornare in ambienti protetti o all’aria aperta. Evitando contatti con altre persone”.

Come spiegare il coronavirus ai bambini? 

“Prima di introdurre l’argomento Coronavirus, e prima di rispondere alle loro domande, bisogna consultare fonti attendibili. Meglio dare risposte semplici, evitando dettagli e cercando di usare un linguaggio adatto. Bisogna anche controllare la loro inevitabile esposizione alle notizie e rassicurarli con la propria presenza. È utile mantenere – grazie al supporto degli strumenti digitali – i contatti con figure importanti evitando così lunghe separazioni. La loro vita è stata stravolta ed è quindi importante mantenere le abitudini di casa. Facciate in modo che questo tempo insieme sia occasione di esperienze positive e gioiose”.

Oltre alle precauzioni prettamente igieniche, ci sono altre indicazioni alle quali ci dobbiamo attenere?

“Anche per i piccoli, l’unico modo per non ammalarsi è attenersi a poche e semplici regole igieniche. Prima tra tutte quella di lavarsi a lungo le mani con acqua e sapone, cosa che i piccoli spesso adorano fare. Per intrattenerli può essere divertente insegnare loro una canzoncina o una filastrocca. È utile, inoltre, rispettare una buona igiene delle superfici e dei pavimenti. Purtroppo in questo periodo i piccoli si ammalano di altre forme influenzali. Bisogna mantenere la calma e chiamare il pediatra che saprà, come sempre, aiutarvi. Riduciamo al minimo gli accessi agli studi medici rispettando solo gli appuntamenti concordati”.

Sì o no alle passeggiate all’aria aperta? Al mare? O meglio attività da fare in casa? 

“Il messaggio chiave è: BISOGNA STARE IN CASA. Magari in famiglia, in pochi. Se noi non ci ammaliamo, sarà molto più difficile che i nostri bimbi vengano a contatto col virus. Passeggiare all’aria aperta o vicino al mare fa benissimo, ma ci espone anche a incontri che dobbiamo necessariamente evitare. L’età che mi preoccupa è l’adolescenza. Molti ragazzi e ragazze sembrano non capire la gravità del momento. Anzi, può nascere una sorta di sfida con la malattia e con gli adulti. Con loro possiamo essere più diretti e chiedere collaborazione per preservare persone più fragili come i fratelli minori o i nonni. Possiamo con loro condividere notizie da fonti affidabili, aiutandoli a comprendere la situazione, senza però angosciarli e preservando la loro tranquillità. Gli adolescenti sono abituati a una maggiore autonomia e a condividere molto tempo con i coetanei; in queste circostanze i genitori devono essere fermi e autorevoli e limitare i loro contatti sociali, nel rispetto delle indicazioni del governo. Questa può essere un’occasione per le famiglie per condividere più tempo insieme e dedicarsi ad attività spesso messe da parte. Magari rispolveriamo i tanti giochi della nostra infanzia e creiamone di nuovi. Sarete sorpresi da quanto i più piccoli della famiglia amino impastare, creare e confezionare piccoli oggetti da regalare alle persone che adorano quando tutto questo sarà finito e potranno finalmente stare di nuovo tutti insieme”.