Ritagli di tempo #12: Capri e il nazifascismo

di Michele Di Sarno.

Lunedì 27 gennaio sarà il Giorno della Memoria. E sia. 15 aprile 1933 e 20 gennaio 1937. Queste due delle date nelle quali Hermann Wilhelm Göring scelse di trascorrere qualche giorno nella nostra isola. Nel ’33 era già presidente del Reichstag (praticamente il Parlamento del Terzo Reich) e in poche settimane sarebbe diventato ministro per l’Aviazione del Governo Hitler. Nel ’37 era ormai plenipotenziario del Reich per il “Piano Quadriennale” (ovvero la preparazione alla guerra, tra potenziamento militare e gestione delle risorse economiche per fronteggiare il conflitto), quel Reich che aveva già attuato le Leggi di Norimberga, le prime leggi razziali che andavano a discriminare gli ebrei in favore della razza tedesca “pura”. In entrambi i periodi, era ben nota in Italia l’attività del Governo nazista, data la storica stima reciproca tra Hitler e Mussolini, ben precedente l’introduzione – anche – in Italia delle leggi razziali che, a differenza di quanto qualcuno neghi, erano palesemente prevedibili già da anni.

Tuttavia, i media dell’epoca – in particolar modo l’Archivio Luce e il Corriere della Sera – raccontano di un entusiasmo vivissimo dei capresi nell’accogliere quello che sarà giudicato come uno dei principali criminali di guerra, specie dopo aver ordinato di suo pugno – nel ’41 ma con le intenzioni maturate anni prima – la “soluzione finale della questione ebraica”, quella che oggi conosciamo come “Shoah”.

Sì, tutto va contestualizzato: i saluti romani in piazzetta, la devozione di uomini, donne e bambini verso quell’esempio di “uomo forte” erano atti dovuti, indottrinati da ideologie che si infilavano nelle menti come coltelli caldi nel burro. Eppure, dà una strana sensazione vedere che anche Capri, da sempre conosciuta per l’accoglienza totale senza badare al luogo di rilascio del passaporto, registri tuttora qualche nostalgico di certe espressioni e, di conseguenza, di certe figure artefici di tanto dolore. Questo, più che l’isola, è ciò
che non si scorda mai.