I fogli nel cassetto #3: Pulizia e …silenzio
– Ugo Canfora –
In questi giorni si ripropone nella sua massima evidenza il problema della pulizia dell’isola, i cui cassonetti e cestini, a qualsiasi ora del giorno traboccano di rifiuti. E non solo, anche tanti sacchetti abbandonati su tratti di strada assolutamente non adibiti a punto di raccolta. Qualcosa però è cambiato. Nello scorso quinquennio di governo Prima Vera, che di fatto è stata la prima amministrazione il cui operato è stato capillarmente scrutinato dalla lente di ingrandimento dei social, sin dalle prime battute del mandato, uno dei leitmotiv del tribunale del web è stato quello della pulizia e dei rifiuti, ovviamente “punta dell’iceberg” fra i vari settori della vita amministrativa, facilmente analizzabile perché sotto gli occhi di tutti.
C’è stato un tripudio di quelli che con un pizzico di ironia sono stati definiti gli “album della monnezza” e che sui social hanno quasi preso il posto dei canonici scatti da cartolina dell’isola, Faraglioni, piazzetta e così via. Per carità, ben vengano il dissenso e l’attenzione alta e, si spera, un contributo fattivo attraverso qualsiasi mezzo. Da un po’di tempo, però, l’onda lunga dell’indignazione e della protesta sembra essersi sopita, a fronte di una situazione che non sembra essere migliorata, nonostante cambio di amministrazione e di vertici della società che si occupa della gestione dei rifiuti. Onorevole eccezione per le segnalazioni e le denunce di alcuni, sempre troppo pochi, baluardi del decoro, che, in qualsiasi direzione tirasse il vento, hanno sempre vigilato e denunciato situazioni inaccettabili specialmente nelle cosiddette “zone rosse”, come ad esempio alcuni tratti di Via Sopramonte, Tuoro, Via Matermania, la zona di Villa La Raffica e tanti altri “hotspot” di abbandono selvaggio del sacchetto anche molto più centrali. Cosa sta succedendo? Perché questa calma piatta? Mi sovvengono un paio di ipotesi molto preoccupanti. Rassegnazione estiva forse? “Così vanno le cose/così devono andare”, come cantavano i CSI in Fuochi della notte di San Giovanni, a mio parere discreta metafora per il mood estivo caprese. O forse abbiamo raggiunto l’illuminazione ed abbiamo capito che in realtà siamo noi (collettività capresi, residenti, turisti giornalieri, ospiti vip e nip) ad essere irrecuperabili zozzoni e la colpa non era ed è tutta delle amministrazioni? O ci sono un terzo, quarto, quinto motivo dietro a questo “assopimento” che magari mi sfuggono? Come sempre, a voi farvi un’idea ed a voi la parola se vorrete intervenire sui nostri social o sul cartaceo.