Overlook Hotel #2: Nina Moric e il raggaeton
di Ugo Canfora. –
Ormai le piacevoli serate al bar dell’Overlook Hotel sono diventate per me irrinunciabili e la mia visita bisettimanale all’amico barman Lloyd è d’obbligo per sapere cosa si mormora fra gli ospiti immaginari dell’isola che hanno trovato nell’Overlook Hotel il loro rifugio ottimale.
Innanzitutto devo informarvi che Lloyd è un po’ contrariato per un paio di cose: la prima è che tiene a precisare che lui non è Lloyd il maggiordomo le cui massime hanno inondato le bacheche Facebook durante i mesi di lockdown: si tratta solo di uno sfortunato caso di omonimia. La seconda è che qualcuno di troppo indiscreto e curioso ha iniziato ad intuire dove si trova l’Overlook Hotel, e la direzione è molto seccata di vedere persone in carne ed ossa fare capolino e sbirciare attraverso le grate del bellissimo cancello che ai comuni mortali appare sbarrato. Per fortuna Lloyd mi ha preso in simpatia e mi lascia sgattaiolare dentro da un ingresso secondario.
E questa settimana mi ha raccontato di una cliente un po’ particolare, Burgit Richter, attempata e distinta signora proveniente dalla Germania, habitué dell’isola probabilmente dai tempi del Grand Tour. Certamente non una qualsiasi turista da weekend, ma un’acuta osservatrice che nei suoi dieci e più giorni di permanenza non ha potuto fare a meno di notare alcune situazioni abbastanza paradossali.
La signora Burgit non è facilmente impressionabile dalle cronache rosa e dal gossip – a quanto mi riferisce Lloyd – ma non ha potuto fare a meno di notare il fatto che su quest’isola, che di certo ha problemi ben più gravi, per molti giorni l’argomento principe sia stato Belen sì, Belen no. Nina Moric qua, Nina Moric là.
Se da una parte pare che ci sia “fame” di ritorno alla normalità e quindi di starlette, eccetera, ma, a quanto pare, anche fame vera e propria, da un’altra c’è un’acrimonia ingiustificata verso questi personaggi, in particolare due donne, che seppur controverse, possono ancora decidere come e dove vogliono apparire.
La signora Richter con un humour totalmente non politically-correct, attribuiva tutta questo astio ai lunghi mesi di lockdown, lontani da estetisti e parrucchiere che evidentemente hanno lasciato un segno. Passando poi a cose più serie, Lloyd mi ha riferito un’altra riflessione della signora, che nonostante i circa 130 anni apparenti è ancora amante delle passeggiate, degli “scarpinotti” e dei tuffi in tutti quei posti inaccessibili ed un po’ pericolosi da raggiungere.
Ebbene la signora per la sua nuotata giornaliera si è “imboscata” in posti improbabili, e oltre ad aver notato lo stato di abbandono di alcuni luoghi panoramici, peraltro “arrepezzati” (come si dice in Alta Sassonia) ha notato come ormai l’orda delle imbarcazioni da diporto abbia perso ogni limite di decenza, approdando a pochi metri anche da questi posti più sconosciuti con il loro “tunza tunza tunza”.
Raccontandomi questo Lloyd ha scosso la testa sconsolato. Gli ho risposto “Amico mio, si chiama Reggaeton” e gli ho chiesto di prepararmi un mojito, aggiungendo “stai sereno che fra poco arriva l’Area Marina Protetta, fidati”. Non l’ha presa molto bene devo dire, ma sono sicuro che anche la prossima volta che andrò a trovarlo mi accoglierà con il solito garbo e strana simpatia.
Ma il suo mojito faceva veramente schifo, sappiatelo.