“Anche l’Asia fa il tifo per noi”

di Claudia Catuogno

Fabrizio De Gregorio, 35 anni, guida turistica. Parla fluentemente giapponese e inglese. Collabora con la Paskal Viaggi e lavora come freelance per i tour privati. I suoi clienti in maggioranza sono asiatici, tranne cinesi e coreani, ed americani.

Com’è la situazione?
“Al momento è tutto fermo. Per i mesi di aprile e maggio è tutto cancellato, le crociere sono ferme. Resta ancora qualche prenotazione in piedi per l’estate ma bisognerà vedere. Il problema non siamo noi italiani, sono gli altri paesi che si sono mossi in ritardo per cui quando l’Italia riaprirà, gli altri saranno ancora in difficoltà. Bisognerà capire chi avrà voglia di viaggiare, sia sotto il profilo economico che psicologico. Confido nei turisti proveniente da Taiwan e dal Giappone”.

Cambierà il tuo modo di lavorare?
“Tenga conto che da marzo a ottobre si lavorava quotidianamente, anche con due gruppi al giorno. A volte non riuscivamo a gestire le troppe richieste. Ora è tutto in divenire ma ciò che è certo è che registreremo un movimento nettamente minore questa estate. Meteo permettendo, si spera nell’autunno. Se le strutture isolane sceglieranno di restare aperte fino a dicembre c’è qualche possibilità di recuperare un po’ di terreno. Il turismo in Asia non si ferma mai e anche nel nostro piccolo anche d’inverno ci sono tour quasi ogni giorno”.

Anche a gennaio e febbraio?
“Il primo mese dell’anno è da sempre periodo morto. A febbraio, invece, è pieno di orientali perché hanno le vacanze. Lavoro con tantissimi asiatici tranne cinesi e coreani; ecco questi ultimi viaggiano sempre, mentre i cinesi preferiscono partire da soli”.

Ma poi in bassa stagione non restano scontenti?
“Macché. I paesaggi che vedono qui li fanno restare incantati. Anche con la pioggia, quando non si vede il panorama, Capri è spettacolare. Quando fanno il giro dell’isola d’inverno, sono super felici”.

Negli ultimi mesi, ci sono stati episodi razzisti nei confronti dei gruppi che portavi a Capri?
“Ci sono tanti pregiudizi. Mi è capitato di guidare un gruppo di indonesiani – che non c’entrano nulla con i cinesi – e la gente mi guardava di traverso, mi fermava preoccupata”.

Che dicono i tuoi colleghi dall’altra parte del mondo?
“Fanno il tifo per noi italiani. Sono molti solidali, riceviamo molto spesso messaggi di incoraggiamento dai malesiani e dai giapponesi, non vedono l’ora di tornare a Capri”.