Dal punto di vista di…Antonio Giordano

– Claudia Catuogno –

Incontriamo il Professor Antonio Giordano, Direttore dell’Istituto Sbarro per la Ricerca sul Cancro della Temple University di Philadephia e Professore Ordinario di Anatomia ed Istologia Patologica dell’Università di Siena.

Lei è un habitué dell’isola, quali sono gli elementi irrinunciabili della sua vacanza?

Sì, posso definirmi habitué: da qualche anno ho ripreso a frequentare questo posto meraviglioso dove ho legami di amicizia con le grandi famiglie capresi che negli anni sono state artefici delle fortune dell’isola. Le tappe imperdibili della mia vacanza sono le passeggiate “classiche”: Tragara, Villa San Michele, il Faro, legate a momenti indimenticabili che ho cercato di trasmettere alla mia famiglia, ed ovviamente gli angoli dell’isola raggiungibili solo via mare.

Da quando è tornato a frequentare Capri, cosa è peggiorato?
Mi ha colpito lo stato di abbandono in cui versa la Certosa di San Giacomo, nonostante l’apporto dei grandi professionisti che vi lavorano. Ho portato alcuni amici americani a visitarla, e ne sono rimasti affascinati. Stiamo cercando di organizzare una cordata di privati per aiutare a far rinascere questo splendido monumento artistico. Mi sorprende anche che la gloriosa e storica Via Krupp sia in stato di abbandono da tempo.

Lei svolge attività divulgativa, ha scritto un libro sulla Terra dei Fuochi ed è un ambientalista, come giudica l’isola da questo punto di vista?

Sono felice che sia stata spenta la centrale elettrica ad idrocarburi, cerchiamo di sfruttare altre tecnologie più “green”. In passato mi era stato chiesto un parere sulla questione ed avevo espresso dei dubbi sulla possibile emissione di agenti altamente inquinanti per l’ambiente. Poi ho appreso con soddisfazione dal Ministro dell’Ambiente Costa, con cui collaboro, della calda accoglienza ricevuta dal progetto Area Marina Protetta. Speriamo che l’iter vada avanti, la questione è molto semplice: si tratta di un cambiamento di mentalità ed educazione ambientale.  Capri, vista la sua internazionalità, può diventare testimonial di una svolta green a livello più ampio. Inoltre vorrei lanciare un appello: ho rilevato una situazione spiacevole in alcuni locali dove i clienti, in barba ai divieti, fumano all’interno. Inviterei i gestori ad una stretta nei controlli.

Questione Sanità; fra la popolazione di Capri ormai serpeggia la paura e rassegnazione. Secondo lei come si può intervenire?

Capri non necessita di un ospedale ultra specializzato, ma deve avere servizi per affrontare le emergenze con grande professionalità e uso della tecnologia moderna, questa è la chiave per risolvere i problemi di un’isola di diecimila e più abitanti che d’estate raddoppiano. Le tempistiche spesso sono tutto: sono sorpreso che ci sia un solo presidio, secondo me ci vorrebbero dei punti di primo soccorso anche ad Anacapri ed a Marina Grande ad esempio.