Sanità. L’appello di una figlia: “Ho bisogno di risposte”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera della Sig.ra Federica Pelliccia e indirizzata, oltre che ai due sindaci dell’isola di Capri, al Presidente De Luca e ai vertici dell’ASL Napoli 1 e dell’ospedale Capilupi di Capri.

“Sono una figlia che ha perso un padre e ho bisogno di risposte . Aveva una serie di complicazioni che hanno contribuito al suo decesso ma quello che ho vissuto prima di arrivare a ciò mi ha turbata e aggiunge dolore al dolore . Quando si perde una persona cara si sente nel profondo di dover fare la cosa giusta . Esiste un protocollo che prevede la richiesta di trasfusione solo con determinati parametri per cui si deve già essere in una condizione di urgenza . Inoltre deve partire un’ambulanza specifica che ovviamente si muoverà con traghetto e rispettando quindi gli orari normali di navigazione . Per cui se , come nel mio caso ,il paziente non può essere trasferito perché troppo rischioso , la richiesta urgente partita alle 9 del mattino si concretizza alle 15,30 . Mio padre è deceduto alle 15,25 . A quel punto a nulla sarebbe servito quel sangue , ma se fosse arrivato in mattinata ? Se non fosse necessario aspettare quel parametro e avesse potuto fare una semplice trasfusione la settimana prima ? forse mio padre sarebbe ancora qui? . A voi signori io rivolgo una domanda , può un isola come la nostra con tutte le sue criticità basarsi su protocolli così assurdi , medici , infermieri personale sanitario , vincolati da una burocrazia assurda che impedisce loro di salvare una vita . Tutto questo va cambiato perché non vengano sprecate altre vite . Io non accuso nessuno , tutti hanno fatto, il loro dovere e rispettato i PROTOCOLLI ma noi sulle isole dobbiamo avere protocolli diversi . Io sono una figlia che ha perso un padre e anche se non posso cambiare le cose vi chiedo una risposta e vi imploro di riflettere e mettere in sicurezza le vite di tutti noi .”

Federica Pelliccia