Buoni spesa: bello sì, però…

di Claudia Catuogno. –

Ai 600 euro per i lavoratori stagionali e autonomi ed ai contributi per le imprese previsti dallo Stato, si aggiungono una serie di misure per chi al momento è ancora escluso dagli aiuti.

Il bonus della Regione
La buona notizia è che ci ha pensato la Regione a concedere un bonus per le famiglie residenti in Campania. Nello specifico si tratta di un bando per l’accudimento dei figli al di sotto dei 15 anni, durante il periodo di sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole. Il contributo è assegnato ed erogato alle famiglie fino ad un massimo di  500 euro a prescindere dal numero di figli, come di seguito specificato: 
– 500 euro per ogni nucleo con Isee fino a 20mila euro;
– 300 euro per ogni nucleo con Isee fino a 35mila euro.
Il bonus non è cumulabile con altri incentivi, con tutte le indennità e le agevolazioni, anche finanziarie, emanate a livello nazionale per le medesime finalità. Possono accedere al sostegno economico i nuclei familiari, in persona di uno dei genitori o tutore residente in Regione Campania, che comprendano almeno un figlio minore di età inferiore ai 15 anni, iscritto a un servizio educativo o a una scuola di ogni ordine e grado della Regione Campania. L’invio delle domande sarà possibile dal 27 aprile al 7 maggio 2020 tramite la piattaforma conlefamiglie.regione.campania.it.
Non perdete questa occasione.

Intanto a Capri…
Sulla pagina Facebook della Città di Capri si invitano “tutti coloro che si trovano in situazione di temporanea difficoltà per incertezza lavorativa, in ragione del prolungamento dello stato emergenziale generale che non dà certezza sulla riapertura a breve termine delle attività commerciali dove sono occupati”, a contattare il numero 347 621 34 55 o recarsi presso la sede della San Vincenzo de Paoli di Capri (in Via Longano n. 10), al fine di poter beneficiare della distribuzione di generi alimentari. “A tal riguardo – si legge nella nota firmata da Comune, Parrocchie, San Vincenzo e Ascom Capri – si comunica che, ad oggi, le spese giornaliere di generi alimentari e di prima necessità consegnate gratuitamente ad altrettante famiglie hanno raggiunto quota 157 e la raccolta fondi in corso è arrivata ad euro ventimila (chi volesse contribuire può farlo tramite bonifico, ecco l’iban IT 48 V 01030 39790 0000 0038 0751) per consentire la distribuzione costante di generi alimentari e di prima necessità utili a fronteggiare l’emergenza Covid 19 a Capri”.

Ad Anacapri…
Nel comune “di sopra” si è già al terzo round delle domande per i buoni spesa, i cui criteri sono a disposizione di tutti sia sul sito ufficiale che sulla pagina Facebook. Lunedì scorso, la protezione civile ha provveduto nuovamente a distribuire beni alimentari di prima necessità, destinati a chi non ha già ricevuto pacchi spesa e buoni spesa dal comune.

Si poteva fare di meglio?
Forse sì. Senza nulla togliere alla protezione civile ed agli amici volontari – che conosco, rispetto e di cui faccio parte e che stanno dando il massimo, mettendo da tutto per aiutare il prossimo – posso dirlo che il sistema isolano non mi piace? Avrei preferito modalità diverse, più trasparenti, eque, che avesse realmente incluso tutte le famiglie in difficoltà della comunità. E non solo quelle che hanno avuto il “coraggio” – o forse la disperazione – di farsi avanti. Avrei fatto un censimento delle famiglie “fragili” (senza lavoro, in cassa integrazione, in affitto, in disoccupazione, con figli minori a carico, ecc.) da aggiungere a quei nuclei che vengono già sostenuti ed agli stranieri che vivono e lavorano stabilmente sull’isola.
Avrei fissato dei criteri e raccolto le domande in via telematica, tutelando la privacy per evitare gossip e critiche su chi ha chiesto cosa o su chi ha fatto richiesta con l’inevitabile ricamo sulle reali necessità.
Chi ne ha diritto, avrebbe ricevuto il bonifico direttamente sul conto o il pacco spesa fino a casa. Non solo 157 famiglie, ma tante, tante di più.
In modo da non mettere nessuno in imbarazzo e anche per evitare che ad alcuno potesse “scappare” qualche nome tra i beneficiari.
Perché colpire nella dignità persone che già hanno il morale sotto i piedi? Perché questo costringere a mettersi in fila per la spesa in “pubblica piazza”?
Penso ai nuovi poveri, come tanti di noi, che “ieri” avevano una vita più che dignitosa ed oggi stanno dando fondo ai risparmi perché non c’è lavoro. La richiesta della spesa non è chiedere l’elemosina, ma gli somiglia tanto e per chi fino a ieri godeva di uno stipendio, di una vita e di prospettive non è la scelta che io avrei percorso. Soprattutto per rispetto, per sensibilità e tutela della privacy.
C’è sempre tempo per migliorare: la carità, ma anche no!