Ritagli di tempo #15: L’attesa d’a staggione
di Michele Di Sarno. –
Per tenerci un po’ su, riporto una lusinghiera descrizione dei capresi, quelli in tenuta invernale, che si preparavano ad accogliere la “staggione”, esattamente la stagione turistica 1967. Nicola De Feo, firmando l’articolo con il suo pseudonimo giornalistico “Nicola Adelfi”, realizzò per La Stampa un reportage insolito per l’epoca, bypassando le solite descrizioni mondane e le stravaganze delle celebrità che, ormai da svariate estati e di lì a poche settimane ancora, sarebbero state l’ispirazione principale quando la stampa decideva di occuparsi dell’isola di Capri.
Il giornalista ha preferito venire a farci visita a marzo del ‘67, curioso di vedere come i capresi tirassero a lucido l’isola in vista dell’imminente Domenica delle Palme che – giorno più, giorno meno – avrebbe dato il via al periodo turistico, almeno fino ad ottobre. Oltre a sottolineare una silenziosa ma incessante laboriosità in fatto di tinteggiatura e manutenzione, Adelfi riporta, ad esempio, d’aver visto una bambina sgridata dai passanti e dai commercianti in zona per aver buttato una cartaccia a terra: chi l’ha redarguita, avendo estremamente a cuore l’importanza della pulizia, ha poi confessato al giornalista di essere preoccupato per le generazioni future, che sembrano molto meno attente all’immagine del territorio. Quasi tre generazioni fa, ormai.
Dall’articolo emerge anche un forte senso del risparmio e la ritrosia a concedersi del brio vagamente mondano: mai un caffè in Piazzetta, il salotto del mondo intero tranne che dei capresi.
Con lo stesso stupore, poi, l’autore evidenzia la nostra “cultura del saluto” nel dare il buongiorno anche agli sconosciuti che – benché fuori stagione – potrebbero essere dei potenziali clienti futuri.
Il giornalista, infine, fa anche un azzardato paragone tra i capresi e i napoletani, dichiarando che i primi non invidiavano affatto i secondi e si presentavano diversamente: peraltro, buona parte dei capresi si professava juventina. Certo, non c’era ancora Maradona!