I fogli nel cassetto #11: Rapporti istituzionali

di Ugo Canfora.

La storia si ripete. Col cristianesimo si assistette alla progressiva scomparsa dei luoghi e delle tradizioni pagane, la Rivoluzione Culturale cinese riuscì quasi completamente a spazzare via ogni traccia della Cina Imperiale e la cosiddetta “Liberazione di Capri”, che negli annali di storia isolana è riportata in data 27 Maggio 2019, sta portando alla inesorabile e completa scomparsa di quanto era stato costruito dal quinquennio della Primavera. Ultima testimonianza di questo processo di damnatio memoriae il dietrofront dell’amministrazione al via libera per lo studio di fattibilità della funicolare che avrebbe dovuto collegare Marina Grande con Anacapri.

Un sonoro schiaffo ai trattati di pace con i nostri cugini anacapresi, già messi in discussione la scorsa primavera con le esternazioni in campagna elettorale del vicesindaco Ciro Lembo che paragonò la ridente località collinare al famigerato comune di San Luca, tristemente noto per le faide di Ndrangheta. Una vicenda che ci sta tenendo tutti con il fiato sospeso, il No alla funicolare potrebbe essere il nuovo assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, che gli storici considerano essere il casus belli che portò al primo conflitto mondiale.

Intanto, al momento della stesura di queste righe, vige l’interruzione dei rapporti istituzionali fra i due comuni, decretata dal sindaco di Anacapri Scoppa. Tensione palpabile fra gli isolani e solito ludibrio da parte dei media nazionali, per i quali ormai siamo sempre più una “putecarella”: una troupe ha già provato, invano, a fare incontrare i due primi cittadini al confine fra i due comuni, nella zona demilitarizzata in località “sotto la Madonna”, in uno scenario tipo il 38mo parallelo fra le due Coree.

Magari al momento della pubblicazione di questo numero sarà già tutto finito a tarallucci e vino, ma prepariamoci anche a scenari catastrofici: forse sarà istituita di nuovo la “Porta della Differenza” sulla Provinciale Capri- Anacapri e forse gli strateghi di guerra anacapresi rimetteranno mano alle carte della Presa di Capri per capire i punti deboli della costa dei Fortini, che al tempo del conflitto Franco-Inglese fu teatro dello sbarco dell’esercito di Gioacchino Murat. Nel più roseo degli scenari non si può escludere una “Anacaprexit” o forse una barriera galleggiante al largo della Grotta Azzurra che impedirà l’accesso alle imbarcazioni capresi. E soprattutto, noi capresi “senza ‘na coscia o senza nu pere”, come recita un vecchio e ormai desueto adagio, potremo ancora continuare a sperare di coronare i nostri sogni d’amore ad Anacapri?

In ogni caso, dopo aver ironizzato su una speriamo improbabile svolta distopica della storia isolana, forse è meglio che torniamo a riflettere sulle occasioni perse, sui “partigianismi” di oggi che saranno i rimpianti di domani, propri di una politica borderline, che per carità non fa altro che ricalcare il trend nazionale, ma che noi cittadini, capresi ed anacapresi, non meritiamo affatto.