Scrivo da Capri #9 – Quando la banda passava: memorie di un tempo che fu

È il giorno della festa: l’abito bello, le scarpette lucidate, i calzini immacolati. L’aria è piena di una allegria sospesa, preannuncia una leggerezza ed una spensieratezza ingenua e spontanea.


Un lontano rumorio allerta l’attenzione e avvisa che questo è proprio un giorno diverso dagli altri, che la monotonia del quotidiano fluire del tempo sta per subire una svolta. Il frastuono si avvicina sempre più e diventa sempre più suono organizzato, forte: il rimbombo coinvolge le viscere dal profondo, le mani corrono a riparare le orecchie, ma…il sorriso distende le labbra perché quelle melodie rumorose mettono allegria ,è il giorno della festa: è arrivata la banda! Tutti i musicanti , la piuma colorata sul cappello, portano una divisa più o meno raffazzonata, più o meno colorata, piu’ o meno adornata con alamari e bottoni dorati . C’è il tamburo grande su cui orgogliosamente spicca il nome della banda stessa è retto da una cinghia ed è appoggiato sulla pancia del panciuto suonatore che lo percuote con forza col battente; poi ecco i piatti luccicanti , i tamburi più piccoli su cui le bacchette danno il ritmo della marcia …che tu vorresti subito seguire. Ma un altro strumento comincia a fare intuire l’armonia del pezzo e attira l’attenzione: è il trombone lucido, attorcigliato tra le braccia del suonatore. Intrigante: possibile che il fiato faccia tutta quella strada per emettere suoni così gravi? E poi trombe, cornette e ottoni dalle forme varie che incuriosiscono soprattutto una bambina, sospesa come in attesa di qualcosa di speciale perché quegli strumenti così variopinti , producono una caciara organizzata , mettono allegria e avvisano che quella è una giornata di festa: ci sono anche le bancarelle di giocattoli e dolciumi!

La banda ,coi suoi strumenti misteriosi e luccicanti, attira come un flauto magico i ragazzini che rifanno il verso ai vari strumenti, a seconda dell’ispirazione, tutti marciando più o meno a tempo e così, quel suono che inizialmente aveva coinvolto solo le viscere per le sonorità eccessive, lentamente coinvolge il piano emotivo perché nel giorno di festa, non c’è solo il Santo portato in processione, non solo la banda attraversa le vie, non ci sono solo le bancarelle ma, con l’abito della festa , una volta quello sì che c’era, si vanno a trovare gli affetti familiari e amicali, si scambiano auguri, dolci e, se va bene ,si riceve anche qualche soldino per un gelato, per le caramelle o addirittura per un giocattolino ! C’è il pranzo della festa imbandito con manicaretti speciali, col dolce dedicato a quella ricorrenza e così quella banda rumorosa, allegra e colorata diviene quasi “strumento” perché, a ben riflettere, sembra assolvere ad un compito specifico: ci ha chiamati a raccolta per sentirci comunità capace di sorridere, accogliere , condividere, pregare.

Ogni festività poi, ha i suoi spartiti concordati da anni di richieste di laici e prelati: musica pop o lirica, marce e marcette per la serata di intrattenimento sul palco allestito pomposamente in piazza . Per le solennità del Corpus Domini ,della Madonna o per il Santo Patrono brani religiosi , solenni; per la La Via Crucis note profonde, marce funebri commoventi e austere.

E così le bande coi suonatori in divisa e la piuma sul cappello anche quando arrivano oggi, scandiscono il tempo della mia memoria ,riscoprono e mi legano alle radici dei nonni, dei genitori, degli zii e degli amici regalandomi attraverso i ricordi, coi suoni e le marcette ,un non so che di consolante, perché quella ripetizione di riti e di suoni e di bancarelle e di statue dei Santi ricoperte dai petali dei fiori, producono in me profonde emozioni e mi fanno capire che “ le cose cambiano solo posto, ma rimane tutto dentro” (Freud) . Mi lasciano coi piedi radicati in un’identità che per me è riconoscibile e con una consapevolezza improvvisa : non sono un fuscello al vento, soprattutto in un momento in cui tutto è troppo fluido e incerto, ma una figlia di questa terra , che si ritrova nelle tradizioni e nei legami che vengono dal passato e realizzo che quella processione, quella banda dai suoni chiassosi, l’hanno vissuta anche i miei nonni , i miei genitori e mi ritrovo bambina con loro e con la gioiosita’ di quei momenti, scanditi dai ritmi di una banda sbarcata a Capri per festeggiare le tradizionali ricorrenze ripetute nelle date e nei mesi del tempo che fu e che spero sarà.