Ritagli di tempo #25: Un agguato a Capri

di Michele Di Sarno. –

Un vero e proprio agguato, con tanto di esca e complici che sbucano dall’ombra, avvenne a Capri nell’ottobre del 1958.
Lo racconta con dovizia di particolari il Corriere della Sera dell’epoca.

L’estate ’58 non doveva essere stata foriera di grandissimi guadagni alla trattoria La Cercola, nota nel dopoguerra per aver offerto ristoro a personaggi di spicco come Norman Douglas e per essere stata citata più volte in un bel libro di Pietro Girace, “Giorni e notti di Capri” (Edizioni “La Conchiglia, 1964).
Gli incassi poco soddisfacenti di quella stagione appena terminata spinsero colei che gestiva l’attività a contattare la proprietaria del locale, per rescindere con due anni d’anticipo il contratto d’affitto della suddetta trattoria.
La proprietaria, residente a Napoli, accettò tale decisione e venne a Capri per incontrare la gerente, alla quale chiese di firmare un impegno a restituirle e lasciare il locale nel gennaio dell’anno successivo. L’accordo e la firma ebbero luogo regolarmente in presenza di quattro testimoni.

Fin qui, nulla farebbe pensare a ciò che accadde di lì a breve.
Poche settimane dopo, infatti, mentre la proprietaria de “La Cercola” era ormai già in trattative con interessatissimi potenziali affittuari, la signora in procinto di restituire il locale si rese conto d’aver firmato quell’impegno senza che da nessuna parte figurasse uno straccio di buonuscita per quella rescissione anticipata. Questa condizione, aggiunta ai mancati guadagni della stagione, convinse l’ormai ex gerente di aver commesso uno sconveniente errore di leggerezza in quella trattativa.
Non potendo però, venir meno all’impegno preso e soprattutto a quanto firmato, la donna passò direttamente alle vie di fatto: accordatasi con due capresi, con la cameriera della trattoria e con una ragazzina nel classico ruolo del “palo”, la donna convocò telefonicamente la proprietaria a Capri per discutere di “cose urgentissime”, invitandola a portare con sé l’accordo da poco firmato.
La titolare dell’attività, in buona fede, si recò nuovamente a Capri e, raggiunta una stanza interna del suo locale, si ritrovò l’ex affittuaria ad esortarle di strappare quanto accordato per la ragione sopra indicata: all’ovvio rifiuto della proprietaria, la porta si chiuse e spuntarono dal nulla i tre complici, che imbavagliarono e schiaffeggiarono la malcapitata, mentre l’organizzatrice della trappola si mise a rovistare nella borsa alla ricerca di quell’impegno firmato, prontamente trovato e bruciato su uno dei fornelli della cucina.
La vittima, con uno strattone, riuscì a liberarsi del bavaglio e cominciò ad urlare: nemmeno il tempo per i quattro aggressori di zittirla, che subito i passanti, attirati dalle urla, si precipitarono all’interno della trattoria.
Non trascorse molto tempo affinché accorressero le forze dell’ordine che arrestarono i quattro, tradotti a Poggioreale con l’accusa di sequestro di persona, percosse e minacce; più tenera la pena inflitta alla ragazzina che si prestò a fare da guardia all’esterno del locale: se la cavò con la libertà provvisoria.