Utopia: “Suonare è una gran figata!”
di Ugo Canfora. –
Oggi parliamo con gli Utopia, giovanissima band pop rock, tutta caprese.
Raccontateci un po’ di voi…
“Gli Utopia nascono tra le mura di Kaos dove, studiando insieme musica, abbiamo sviluppato, oltre a questa passione, anche un rapporto d’amicizia e di reciproca intesa che ci ha spinto a voler creare un nostro progetto. Questo, oltre allo spirito di sperimentazione e di sfida che ci accomuna e ci spinge a voler alzare sempre l’asticella, ci ha portato nel 2014 a creare la band Utopia formata da Peppe alla batteria (sostituito nel 2015 da Andrea, per gli amici Petalo), Umb e Max alle chitarre, Roberto ‘Maldak’ al basso con una piccola parentesi alle tastiere e Mari alla voce”.
Fra i tanti concerti che vi hanno visto protagonisti, raccontateci di uno che vi è rimasto nel cuore.
“Negli anni ci siamo trovati nelle situazioni più disparate: cene su yacht, serate in locali pubblici, feste private, tra cui una addirittura a Ginevra. Nonostante ciò, c’è un concerto che ci è rimasto nel cuore ed è quello fatto a Marina Grande nel 2018 per la festa della Madonna Della Libera. È stata un’esperienza unica, uno dei primi concerti che abbiamo preparato fin nei minimi dettagli: una scaletta rigorosamente studiata per coinvolgere il pubblico, per farli ballare, per farli divertire; una maggiore attenzione alla nostra immagine sul palco, con delle magliette appositamente disegnate dal nostro grandissimo Maldak; un primo tentativo di unire acustico ed elettrico. Insomma, un concerto che ha messo le basi per quello che siamo diventati negli ultimi anni, un gruppo che si diverte nell’intrattenere e far ballare le persone”.
Durante questi mesi di lockdown non siete stati con le mani in mano, avete pubblicato del materiale molto interessante, anche dal punto di vista video…
“Stare fermi non fa proprio per noi. Nonostante la distanza fisica abbiamo cercato di attivarci per non scomparire dai radar. Non è stato semplice all’inizio organizzarsi per le registrazioni ognuno a casa propria, per i video e per il montaggio, ma siamo riusciti nel nostro intento. È nato il tutto da un video fatto solo per spezzare la noia dello stare chiusi in casa, ma poi ci abbiamo preso gusto, oltre ad esserci divertiti, e abbiamo iniziato a coinvolgere più persone possibile: dapprima con Marco Ruggiero, Amedeo Bagnasco, Serena Vacca ed Ettore Castellano (LoveDrone); passando per una collaborazione con la Scuola L’Isola Danza; ed infine arrivando all’ultima pubblicazione con più di 50 partecipanti. Ma non è finita qui, tenetevi pronti per altre sorprese targate Utopia”.
Qual è il vostro approccio alle cover, come le riadattate? Fra l’altro usate anche strumenti poco usuali, come il banjo e l’ukulele, insomma, come nascono le vostre sperimentazioni?
“Non vogliamo replicare una copia carbone delle incisioni originali. Spesso partiamo da un approccio più ‘libero’ nel quale ci atteniamo alla struttura originale del brano, per poi lasciarci andare ad una sorta di improvvisazione, resa possibile dalla nostra intesa dentro e fuori dalla sala prove, nella quale ognuno approccia istintivamente al brano. Queste interpretazioni sono ovviamente influenzate anche dai diversi generi musicali che ognuno di noi preferisce, ed influenzano a loro volta anche le scelte degli strumenti e dei suoni, anche se questi molto spesso dipendono anche dagli acquisti che facciamo. Non potremmo mai chiedere a Max di non usare subito un nuovo effetto, o un banjo appena comprato”.
Avete in mente di lanciarvi prima o poi negli inediti? Forse i vostri follower li stanno già aspettando…
“Forse stiamo iniziando a lavorarci, forse no, magari potremmo sorprendervi all’improvviso con qualche inedito, possiamo solo consigliarvi di continuare a seguirci per non perdervi nulla, o per meglio dire, usando un hashtag che usiamo sempre, #StayUtopia. Per adesso però, semmai doveste sentire la nostra mancanza, potete approfittare del primo album di cover che abbiamo pubblicato qualche mese fa su Spotify e tutte le altre piattaforme di streaming musicale”.
Infine, in una sola frase, spiegate a chi magari è indeciso, perché iniziare a suonare?
“Perché è un modo fantastico per creare intesa con se stessi e con gli altri, condividendo, attraverso la musica, quello che si ha dentro, oltre ad essere una gran figata”.