Ritagli di tempo #21: L’inaugurazione dell’eliporto
di Michele Di Sarno. –
Fa sempre effetto celebrare o ricordare un particolare avvenimento sfruttando un anniversario da cifra tonda, infatti avrei voluto scrivere: “I sessant’anni dell’eliporto” ma allora, cioè a luglio dello scorso anno, il nostro giornale non era che ancora al suo “numero zero”.
Era il 20 luglio del 1959, infatti, quando il Corriere Della Sera riportava l’avvenuta inaugurazione dell’eliporto di Damecuta ad Anacapri. Secondo il sindaco dell’epoca, l’apprezzato dottor Tommaso De Tommaso – meritevole di un riconoscimento postumo quale una strada che porta il suo nome – dichiarò proprio durante l’inaugurazione che, a stretto giro, la già modernissima elipista avrebbe potuto addirittura fregiarsi della denominazione di “aeroporto”, destinata a piccoli velivoli da turismo, terminati gli ultimi adeguamenti.
Quello di Anacapri fu il primo – in senso cronologico – eliporto civile d’Italia e già dall’indomani dalla sua inaugurazione avrebbe svolto regolare servizio da e per Napoli coprendo sedici corse della durata di poco meno di venti minuti l’una: questo è, in sintesi, quanto dichiarato dal sindaco in presenza del Prefetto di Napoli e dell’allora presidente dell’E.P.T., il Gran Ufficiale Renato Barendson.
A pensarci bene, forse è stato un segno del destino il fatto di non ricordare in tempo utile per celebrare le nozze di diamante tra l’isola e la sua elipista, dato il biennio un po’ sfortunato del sito, tra auto che bloccavano il passaggio dell’ambulanza all’ingresso, problemi con le luci e lavori che l’hanno resa inutilizzabile.
Una riflessione, magari fine a sé stessa, che si può fare è che all’epoca dell’inaugurazione l’utilità sanitaria e di soccorso di Damecuta non era stata intuita (con ogni probabilità, neanche era mai stato pensato di adeguare un elicottero per il trasporto rapido e in sicurezza degli ammalati): si legge sul Corriere che il nuovo eliporto avrebbe completato l’offerta turistica dell’isola di Capri, concetto che – su prenotazione – resiste ancora oggi.