Ambra Lembo: “È ingiusto dover pensare di chiudere”
di Michele Di Sarno. –
Ambra Lembo, parrucchiera e titolare del quarantennale salone “Glam da Gianni” a Capri, è stata protagonista, nelle scorse settimane, di un seguitissimo video su YouTube che ha portato all’attenzione di tutti le difficoltà dei piccoli imprenditori locali in vista delle misure anti-Coronavirus applicate dal Governo attraverso i vari DPCM. Con la stessa Ambra, abbiamo voluto approfondire e ampliare il discorso.
Cosa ti hanno detto i tuoi colleghi, dopo aver visto il video?
“Sono stati tutti d’accordo. Molte attività e certamente molti di noi parrucchieri non hanno la possibilità di rispettare le misure che sono state o verranno imposte, a partire dalla superficie minima dei negozi. Nel mio caso, allo stato attuale, dal 1° giugno potrà entrare solo un cliente per volta, servito da un solo operatore: se a questo dovessimo aggiungere anche il fatto di poter accogliere la clientela in particolari fasce orarie, mi chiedo come potremo coprire le spese del negozio, sia quelle ordinarie che quelle extra dovute alle nuove misure”.
Nello specifico?
“Finora non si è parlato di sovvenzioni sui prodotti per la sanificazione e per le dotazioni monouso per operatori e clienti: kimono, asciugamani, mascherine, guanti, copriscarpe. Qualora dovessimo riaprire, lavoreremo per arrivare appena – forse – a pareggiare le spese del negozio e certo non quelle della vita di tutti i giorni. Resteremmo aperti solo per non veder finire ciò che si è costruito con tanti sacrifici da noi e da chi è venuto prima di noi, come mio padre: ne vale la pena? È ingiusto dover pensare di chiudere un negozio con questa storia ed una clientela così affezionata, ma la paura è questa”.
Come cambierà, nella tua professione, il contatto con il cliente in poltrona?
“Sarà impossibile, per noi, stare ad un metro di distanza dalle persone: sfido chiunque a fare una messa in piega o un taglio a quella distanza. Poi, se davvero dovremo vestirci come i palombari, lo faremo: tutto, pur di non perdere il rapporto di amicizia che abbiamo con i nostri clienti”.
Nel tuo video hai fatto più di un riferimento all’esercizio abusivo della professione e poi hai segnalato come il 22% di IVA che paghi sia diventata una spesa insostenibile: le due cose sono evidentemente collegate…
“Sì, infatti il fenomeno non nasce oggi. È maturata, in queste settimane, l’esigenza di un incontro tra noi titolari di negozi di parrucchiere per discutere anche degli abusivi: finora c’è stata una certa tolleranza da parte della nostra categoria, perché non c’era quest’emergenza. Non ne ho testimonianza diretta, ma ho saputo che in queste settimane c’è chi sta andando nelle case: quando riaprirò il negozio, ci sarà sicuramente e giustamente chi controllerà l’effettivo rispetto delle varie norme, però mi chiedo dove siano i controlli per gli abusivi.
Non dimentichiamo, al di là del fatto in sé, del pericolo sanitario: un contatto così ravvicinato, a casa, senza le precauzioni che ci sono state indicate, può dare origine ad un nuovo focolaio. I miei clienti mi chiedono la cortesia di andare a casa loro, ma lo fanno già consapevoli del mio ‘no’. E alla fine lo apprezzano”.
A proposito, c’è qualcosa che vuoi dire ai tuoi clienti?
“Mi mancano tantissimo. L’aspetto più triste è non aver avuto l’occasione di servire per l’ultima volta alcuni clienti che sono scomparsi in questi mesi e che non ci sono più”.
Mi piace stare in mezzo alle persone, avere il contatto umano e mentale: il parrucchiere è un po’ uno psicologo, ha il potere di far star bene le persone. Questa è la cosa che mi manca più di tutte. Tante generazioni scelgono il mio negozio e mi dispiace non poterle accontentare: faremo di tutto per ritornare a trascorrere insieme a loro quell’ora di allegria che da sempre cerchiamo di mettere nel nostro lavoro: mai come adesso ce ne sarebbe bisogno”.