Idee all’orizzonte #10: Contact Tracing
Ne stiamo sentendo parlare da qualche settimana: l’idea di un’app per tracciare la serie di contatti avuti da una persona che ha contratto una malattia infettiva si è rivelata di grande utilità in vista della sperata uscita da questo lunghissimo periodo di isolamento, a patto che almeno il 60% della popolazione la installi sui propri smartphone. Nel caso della pandemia dovuta al Covid-19, l’obiettivo di questo tipo di app è quello di ricreare la catena di contatti, attraverso il sistema Bluetooth, di chi risulta positivo al Coronavirus, così da contattare e isolare quanti sono entrati in contatti con quella persona e, così, tentare di contenere quanto più sarà possibile l’innesco di nuovi focolai.
Un’app in particolare è stata scelta da Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza sanitaria: si tratta di Immuni, sviluppata dalla casa lombarda Bending Spoons, la quale cederà gratuitamente la licenza d’uso dell’applicazione allo Stato italiano.
Il contact tracing, come si diceva, avverrà molto probabilmente attraverso la tecnologia Bluetooth, l’unica in grado di fornire il giusto equilibrio tra efficacia per gli scopi a cui punta l’app e la salvaguardia della privacy che resta un diritto inalienabile nonostante la priorità resti la situazione sanitaria: l’app Immuni, infatti, pare essere stata programmata per segnalare la vicinanza tra due persone e non la loro esatta posizione, comunicando ai diretti interessati di essere stati a contatto con una persona risultata positiva e che quindi anche loro potrebbero essere stati contagiati, senza ovviamente fare nessun riferimento a dati personali di alcuno. I tempi, indipendentemente dal nostro essere scettici o favorevolmente orientati, ci esortano ad affidarci definitivamente anche alla tecnologia – oltre che alla prudenza, che sarà sempre di fondamentale importanza – per mettere la parola fine a questa pandemia, senza più dover rinunciare così drasticamente alla nostra vita quotidiana, allo sviluppo e al lavoro.