[Capri ce la farà?] Rispondono Francesco e Mario Staiano
Francesco e Mario Staiano, imprenditori, rispondono a L’Isolano.
“E’ evidente che siamo in un momento a dir poco surreale, la prima grande crisi che la nostra generazione si ritrova ad affrontare e forse la più grande che il mondo abbia mai affrontato negli ultimi decenni. La cosa più complessa di questa situazione a nostro avviso è proprio l’impossibilità di fare calcoli; neanche un mese fa guardavamo alla situazione cinese con rispettoso distacco. Dopo i primi casi italiani abbiamo poi iniziato ad accusare il Governo e soprattutto i media per aver fatto “terrorismo mediatico”, preoccupati solo dell’immagine che davamo all’estero e dell’impatto che questa comunicazione avrebbe avuto sul turismo e non delle reali conseguenze che ci saremmo trovati ad affrontare.
Solo due settimane fa abbiamo capito o quasi, che la situazione era seria e che solo rispettando quanto ci veniva richiesto saremmo riusciti a ripartire. In questo senso siamo nella giusta direzione ma è chiaro che non possiamo pensare di ripartire da soli, l’aiuto del Governo è fondamentale. Il decreto ‘Cura Italia’ è un primo passo, ma va sicuramente integrato con altri interventi più specifici.
E’ vero, siamo una realtà privilegiata ma pur sempre una realtà stagionale e turistica e ci sono tante aziende che rischiano il collasso: c’è chi ha investito, chi paga l’affitto e le spese del personale tutto l’anno, ma non sa quando potrà riaprire e ci sono i dipendenti stagionali che vivono in una situazione di perenne precariato. Assodato il cruciale ruolo del Governo, nel nostro piccolo riteniamo che sia necessaria una strategia che si basi sulla flessibilità e sul prolungamento della stagione turistica.
Per quanto riguarda la flessibilità, ci rivolgiamo al settore dell’ospitalità. E’ necessario invogliare il cliente con politiche di cancellazione flessibili e non richiedere prepagamenti laddove sia possibile, in modo che il cliente possa sentirsi libero di prenotare nonostante la situazione di incertezza in cui ci ritroviamo. Un abbassamento dei prezzi pensiamo sia fisiologico considerando che almeno inizialmente dovremmo rivolgerci al mercato domestico che non ha lo stesso potenziale di quello internazionale.
Tutto ciò, però, deve restare una strategia d’emergenza ed a breve termine: non dobbiamo permettere che questa crisi, infatti, svaluti il nostro prodotto. Il tema del prolungamento della stagione turistica, poi, è sicuramente il più scontato ma allo stesso tempo il più complesso. I recenti tentativi, seppur ben strutturati, non hanno funzionato come ci si aspettava, un po’ per la variabile meteorologica e un po’ perché forse in molti erano troppo stanchi ed appagati dalla stagione estiva per poterci anche solo pensare. Mentre la variabile meteorologica resta tale, quella economica sarà ben diversa quest’anno e penso che un tentativo di destagionalizzazione sia d’obbligo e trovi per la prima volta tutti coesi. In aggiunta o in alternativa a ciò, proporremmo provocatoriamente un’apertura anticipata per il 2021 per la quale siamo ancora in tempo di organizzare un mirato lavoro promozionale appoggiando gli sforzi fatti negli ultimi anni da Federalberghi ed Ascom, talvolta lasciati troppo soli da noi privati. Per seguire questa duplice strada c’è bisogno però di una programmazione che coinvolga tutti gli enti e che ci permetta di passare da un turismo di rendita ad un turismo di induzione. Dobbiamo approfittare dunque proprio di questo periodo di calma per programmare e guardando le cose da una prospettiva diversa e migliorare la nostra offerta turistica ed imprenditoriale laddove con un po’ di presunzione pensiamo di essere i migliori.
Quindi alla domanda Capri ce la farà? Rispondiamo di sì, proprio perché siamo profondamente convinti che in ogni crisi ci sia un’opportunità e che in questo momento delicato potremmo trovare nel prolungamento della stagione turistica e nella valorizzazione della nostra offerta un plus aggiunto ed una ricchezza anche per il futuro”.