Ritagli di Tempo #2: Capri e la “Mafia Turistica”
– Michele Di Sarno –
“Questa è la Piazzetta. Questa è la Funicolare. E quello è il vostro ristorante”. Così immagino la scena tra alcune guide e i gruppi di turisti sprovveduti nel 1964, quando non c’era TripAdvisor e i fessi da imbrogliare si trovavano con ancor più facilità. Ben quattrocento commercianti isolani, il 12 maggio di quell’anno, decisero di chiudere bottega per un giorno in segno di protesta nei confronti dell’abitudine, per talune guide turistiche, di percepire una provvigione dai ristoranti verso cui indirizzavano i gruppi di malcapitati che si affidavano a loro.
Il quotidiano “La Stampa”, ancora una volta, ci permette di ricostruire la memoria (forse l’aspetto in cui siamo più carenti) e ricordarci che un tempo eravamo in grado di manifestare del dissenso in maniera decisamente più concreta rispetto ai fiacchi interventi sui social, ormai diventati spunto di intrattenimento “usa e getta” più che di riflessioni. Oggi più di qualcuno, prima di indignarsi pubblicamente per una guida che indirizza i propri gruppi verso uno specifico ristorante o bar previa accordo economico, ha premura di sincerarsi se il locale è gestito da soggetti socialmente attaccabili: qualora questi fossero, pure alla lontana, legati direttamente all’aspirante indignato o a persone che un giorno potrebbero tornargli utili per un motivo o per un altro, l’impeto della protesta verrebbe meno in pochi minuti. Altro che il pigro disinteresse del quale ci siamo autoconvinti di essere affetti.
Tornando al vecchio – ma quanto? – articolo riportato, vorrei umilmente suggerire ai visitatori dell’isola di affidarsi a guide valide, vere conoscitrici del mito sempre vivo di Capri, capaci di non fermarsi agli highlights e di affascinare l’ospite con il prestigio della nostra storia. Per quanto riguarda i ristoranti in cui pranzare, i turisti chiedano pure al primo caprese che passa: siamo degli eccellenti receptionist di strada, purché si diffidi da quelli che hanno già i biglietti da visita pronti nel portafogli.
Maic