Oggi ti consiglio… “Amatissima”
Oggi voglio consigliarvi “Amatissima”, un libro dal sapore molto forte che tratta un tema assai delicato e difficile. Il romanzo in questione è ambientato negli Stati Uniti, nel periodo che segue la guerra civile, e narra la storia di Sethe, una donna afroamericana fuggita dalla schiavitù.
Il libro esplora le profonde e permanenti ferite, sia fisiche che, chiaramente, psicologiche, lasciate dalla schiavitù.
Sethe vive con la figlia Denver in una casa infestata da uno spirito, forse quello della figlia morta di Sethe, Amatissima.
La protagonista, infatti, pur avendo ottenuto, dopo lunghi sacrifici, la libertà, rimane tormentata dal suo orrendo passato, in particolare dall’episodio in cui, per evitare che i suoi figli venissero catturati e resi nuovamente schiavi, decide di uccidere una dei suoi bambini, la piccola Amatissima (o Beloved nella versione originale).
La comparsa di una giovane donna misteriosa che si fa chiamare “Beloved” porta Sethe a credere che la figlia da lei uccisa sia tornata sotto forma di spirito. Questa presenza riapre vecchie ferite emotive, che alla protagonista sembravano ormai chiuse, costringendo Sethe a ricordare e ad affrontare il suo passato, il suo senso di colpa e le conseguenze del suo amore materno.
Il romanzo alterna passato e presente, esplorando temi quali la perdita, il trauma e la lotta per ricostruire un’identità in un contesto nel quale prevale la perdita di essa e la disumanizzazione.
“Amatissima” è un’opera che combina una narrazione potente con una profonda analisi delle conseguenze della schiavitù. L’autrice, Toni Morrison riesce a dare voce a un’esperienza collettiva attraverso un racconto intimo, colmo di dolore. Il romanzo non si limita a raccontare la schiavitù dal punto di vista storico, ma ne esplora le conseguenze psicologiche e le emozioni che suscita nei personaggi.
Uno dei punti di forza del libro è, infatti, proprio l’abilità di Morrison nel rappresentare la psiche dei suoi personaggi, in particolare quella di Sethe. Il suo tormento interiore, alimentato dal ricordo di aver compiuto un atto estremo per proteggere i suoi figli, mette in luce l’enorme peso della schiavitù non solo sui corpi, ma anche, e soprattutto, sulle menti.
La scrittura di Morrison è piena di metafore e immagini che conferiscono all’atmosfera del romanzo un’impressione di surrealtà. Tuttavia, proprio questa complessità narrativa può rendere la lettura particolarmente impegnativa: il romanzo richiede attenzione e riflessione poiché non è tradizionalmente lineare. I frequenti salti temporali ed i diversi punti di vista dei vari personaggi arricchiscono la trama, ma richiedono anche uno sforzo costante da parte del lettore per connettere i vari momenti del racconto.
“Amatissima” è un capolavoro letterario che invita i lettori a riflettere sulle cicatrici che il fenomeno della schiavitù ha lasciato nei fisici e negli animi di un intero popolo. È un’opera profonda e a tratti difficile ma certamente intrigante e assolutamente interessante.
Maria Sofia Falco