Un’analisi approfondita de “L’amica geniale” (parte 9 – ultima)

LE DONNE ED IL FEMMINILE NE “L’AMICA GENIALE

(Amiche, mogli, madri nell’immaginario di Elena Ferrante)

La gravidanza e la maternità

La maternità, nella storia, delle due amiche, è un tema fondamentale. 

Lenù sceglie di diventare amica di Lila perché ha bisogno di trovare una figura femminile alternativa rispetto a quella materna. 

Elena manifesta, fin da bambina, un disprezzo ed una repulsione nei confronti del corpo materno e teme, costantemente, che un giorno possa diventare come sua madre. 

Mi pareva che, già allora che avevo poco più di sei anni, facesse di tutto per farmi capire che nella sua vita ero superflua. Non le ero simpatica e nemmeno lei era simpatica a me. Mi repelleva il suo corpo, cosa che probabilmente intuiva. Era biondastra, pupille azzurre, opulenta. Ma aveva l’occhio destro che non si sapeva mai da che parte guardasse. E anche la gamba destra non le funzionava, la chiamava la gamba offesa. Zoppicava e il suo passo mi inquietava, specie di notte, quando non poteva dormire e si muoveva per il corridoio, andava in cucina, tornava indietro, ricominciava”.

Lenù prova inquietudine nei confronti del passo claudicante di sua madre ed è, invece, colpita ed affascinata da quello sicuro e svelto di Lila, (“qualcosa mi convinse, allora, che se fossi andata sempre dietro a lei, alla sua andatura, il passo di mia madre, che mi era entrato nel cervello e non se ne usciva più, avrebbe smesso di minacciarmi. Decisi che dovevo regolarmi su quella bambina, non perderla mai di vista, anche se si fosse infastidita e mi avesse scacciata”) per cui decide di seguirla e di imitarla, ad ogni costo.

La maternità, come tutti gli altri temi trattati dalla Ferrante, non è presentata in modo edulcorato e privo di brutture, ma, è, invece, dipinto nella complessità delle emozioni che suscita. 

Oltre all’imposizione del matrimonio, era improbabile per una donna immaginarsi senza figli. 

Il diventare madri sembrava dover essere un desiderio che accomunasse tutte, nessuna esclusa. 

Divenire mogli significava diventare, successivamente, anche madri.

Nella narrativa e nell’ideale generale, l’amore materno viene considerato la forma più profonda d’amore e l’esperienza del divenire madri viene descritta come la più grande delle soddisfazioni per una donna. 

La madre di Lenù, però, non è amorevole o rassicurante nei confronti della figlia e, nonostante la ami, prova una leggera invidia per le possibilità che la figlia ha avuto e che a lei sono state negate. 

Nessuna delle donne di questa storia sembra trovare nella maternità la soddisfazione e l’appagamento promessi dalla società. 

Sia Lila che Lenù diventano madri nel corso della storia. 

Lila non desidera diventare madre e, addirittura, l’idea di avere dei figli o di portare avanti una gravidanza le crea disagio e disgusto. 

La sua prima gravidanza termina per un aborto spontaneo, le successive due mettono a dura prova il suo corpo. 

L’esperienza di Lenù è diversa da quella della sua amica. Non vive le sue gravidanze in modo negativo ma ha difficoltà, dopo il parto, ad apprezzare l’esperienza della maternità. 

Si sente legata ad una condizione di moglie e madre, totalizzante ed asfissiante, che sembra annullare tutto ciò per il quale aveva sempre lottato e sceglie, volontariamente, di cambiare la sua condizione, lasciando il marito per Nino, partendo con lui e separandosi dalla sua famiglia. 

Maria Sofia Falco