Un’analisi approfondita de “L’amica geniale” (parte 8)
LE DONNE ED IL FEMMINILE NE “L’AMICA GENIALE”
(Amiche, mogli, madri nell’immaginario di Elena Ferrante)
Il matrimonio
Il matrimonio è sempre stato per le donne una delle più forti imposizioni sociali.
Una donna non sposata veniva e, in alcuni contesti, viene ancora giudicata, insultata e considerata non completa.
Attorno all’idea del matrimonio, vi è un’idealizzazione che, per secoli, ha portato le donne a considerarlo la loro maggiore aspirazione.
Elena Ferrante, nei suoi romanzi, decostruisce anche questa idealizzazione dell’istituzione del matrimonio rappresentando quanto, nella società patriarcale del tempo, esso equivalesse ad una cancellazione dell’identità femminile.
Per prima cosa, Ferrante riflette su come la donna, una volta sposatasi, non venisse più chiamata con il cognome di suo padre e della sua famiglia ma con quello del marito, eliminando così qualsiasi forma di un’identità precedente che differisse, in qualunque modo, da quella di moglie.
Le donne perdono la loro identità non solo nel nome ma anche nella forma fisica.
Il romanzo descrive, infatti, i mariti del rione come uomini spregevoli, iracondi, violenti, avari e senza scrupoli e sottolinea come le loro mogli, dopo qualche tempo, finiscano per assomigliare a loro, perdendo i loro connotati femminili.
È il caso di Pinuccia, la cognata di Lila, il cui marito le rovina la vita o di Gigliola, distrutta dal suo amore per Michele Solara.
Lila, spinta dalle aspettative della famiglia e della società convola a nozze con Stefano in età adolescenziale, pentendosene, poi, amaramente.
Lenù, invece, antepone la sua carriera all’istituzione del matrimonio, distaccandosi dalla concezione socialmente imposta della donna-moglie-madre.
Si sposa all’età di venticinque anni, per una scelta personale e volontaria.
Crede che, unendosi in matrimonio ad un uomo colto, istruito e benestante, così lontano dai ragazzi e dagli uomini del suo quartiere d’origine, possa sfuggire alle sensazioni di oppressione, di impotenza e di cancellazione dell’individualità che affliggono le donne sposatesi del rione.
Realizza rapidamente che l’aver studiato ed essere cresciuto in un ambiente meno maschilista e retrogrado, non rende suo marito, o un qualunque altro uomo che abbia avuto la sua stessa formazione, libero dalle idee del patriarcato.
Anche Pietro, come gli uomini del rione, non concepisce la volontà di sua moglie come scissa dalla sua, si sente turbato dall’idea che la sua compagna possa essere più intelligente, più famosa o più apprezzata di lui, non è in grado di considerare Elena alla sua stregua.
Elena comprende che la cultura ed il benessere possano coprire ma non cancellare il pensiero maschilista degli uomini e che gli atteggiamenti brutali e violenti possano appartenere a chiunque, qualunque sia la loro posizione sociale.
Pietro, in fondo, non è poi tanto diverso dagli uomini del rione che Lenù e Lila hanno frequentato, non c’è poi tanta differenza, crede Elena, tra il carattere del suo fidanzato del liceo, Antonio, rozzo e non istruito, e quello di suo marito (“C’erano intere biblioteche tra lui e Antonio, ma si assomigliavano”).
Maria Sofia Falco