Un’analisi approfondita de “L’amica geniale” (parte 2)

Le protagoniste 

Le protagoniste della serie di romanzi, le due figure femminili delle quali seguiamo le vicende a partire dall’infanzia fino alla vecchiaia, sono Elena Greco e Raffaella Cerullo, soprannominate rispettivamente Lenù e Lila. 

Nella trasposizione cinematografica, Lenù viene interpretata da Elisa Del Genio (bambina) e da Margherita Mazzucco (adolescente ed adulta) mentre sono rispettivamente Ludovica Nasti e Gaia Girace a prestare il volto a Lila bambina e poi adolescente ed adulta. 

Elena e Raffaella, entrambe nate nell’agosto del 1944, crescono in un quartiere periferico di Napoli, stabilendo un rapporto di amicizia fin dall’infanzia e sviluppando un legame fortissimo e molto profondo, che, nonostante le numerose divergenze nei caratteri delle due protagoniste e la percepibile differenza nelle strade imboccate successivamente dalle due, rimarrà sempre indissolubile ed indistruttibile.

La storia è narrata in prima persona da Elena, che, ormai anziana, una volta appresa la notizia della scomparsa dell’amica, ripercorre le numerose vicende che hanno contraddistinto la sua vita e quella di Lila. 

Lila e Lenù, fin da bambine, si dimostrano molto dissimili l’una dall’altra, tanto nell’aspetto fisico quanto nel carattere: la prima è descritta come “piccola, scura di capelli e di occhi”, gelida e decisa”, mentre la seconda è “una bambina con i boccoli biondi, bellina, felice di esibirsi ma non sfrontata”, che comunica “un’impressione di delicatezza”; Lila è precocemente sveglia, innegabilmente brillante, bella, ribelle e cocciuta; Lenù è, invece, molto più tranquilla, timida, diligente e remissiva, seppur, comunque, capace e decisamente intelligente. 

Nonostante le evidenti differenze delle due amiche, Lila e Lenù sono accomunate dall’appartenenza ad un ambiente miserabile e caratterizzato da un’insita violenza: Elena descrive l’infanzia sua e dell’amica come “piena di violenza” in quanto “succedeva di tutto, in casa e fuori, ogni giorno”. 

L’aggressività, i soprusi e la prepotenza sono così radicati nelle vite delle due protagoniste che la realtà da loro conosciuta sembra essere, inizialmente, la sola possibile (“non ricordo di aver mai pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta. La vita era così e basta, crescevamo con l’obbligo di renderla difficile agli altri prima che gli altri la rendessero difficile a noi”).

Tuttavia, sia Raffaella che Elena, manifestano, fin dalla tenera età, il desiderio di emergere dalle loro misere origini, di distinguersi dagli abitanti del rione nel quale sono nate, di allontanarsi, quanto più possibile, dall’ambiente degradato nel quale sono state condannate a vivere, di diventare, da adulte, ricche e famose, proprio come l’autrice del celebre romanzo “Piccole Donne”. 

Maria Sofia Falco