A Villa Lysis “Capri Caput Mundi” di Sergio Rubino
L’arrivo di Ottaviano, il futuro imperatore Augusto, a Capri e la scelta di inserire l’isola nel suo patrimonio personale rappresentano per la storia isolana un evento epocale. L’isola fu meta privilegiata dell’otium produttivo di Augusto, ma solo con Tiberio divenne sede stabile dell’imperatore. Grazie ai due imperatori si attivò una decisiva trasformazione del tessuto sociale ed economico dell’isola, oltre che del paesaggio urbano grazie ad una massiccia attività edilizia.
Dopo i secoli gloriosi però arrivò la decadenza dell’impero e, secondo una pratica molto diffusa dal Medioevo in poi, anche a Capri si verificarono pratiche di riutilizzo di materiali antichi per decorare nuove architetture e gli edifici d’età imperiale furono ridotti a rovine. Le ‘antiche ruine’ dell’isola furono oggetto di attenzione da parte dei primi storici che si interessarono a Capri, come Fabio Giordano e Giulio Cesare Capaccio, e di fascinazione da parte degli eruditi che dal 1600 cominciarono ad includere Capri nel loro itinerario culturale, alla ricerca delle Dodici ville nominate da Tacito.
Da metà Settecento, intanto, dopo secoli di abbandono, si cominciò a fare il punto sulla situazione dei resti archeologici capresi e iniziarono i primi scavi di Hadrawa e Feola e con essi le incursioni di artisti che con le loro vedute, incise e pubblicate su riviste o in pubblicazioni a sé stanti, destarono l’interesse di studiosi, viaggiatori e intellettuali italiani e stranieri. Gigante, Alvino, Desprez, Turpin de Crissé, Siemiradzki, Alma-Tadema Weichart, Diefenbach, per citare i più significativi, offrirono loro visioni più o meno realistiche delle ville imperiali capresi. Poi arrivò Maiuri che rivelò al mondo il tesoro imperiale caprese che ancora oggi possiamo ammirare.
Ma… quali dovevano essere stati i problemi affrontati da ingegneri e architetti romani per costruire sulla ‘saxosa insula’? Come avveniva l’approvvigionamento dell’acqua? Com’erano decorate le ville? E i quartieri dei funzionari? A tutte queste domande ha cercato di rispondere un altro artista, il maestro Sergio Rubino, con una serie di bellissimi acquerelli che raccontano la Capri imperiale e che saranno esposti a Villa Lysis fino al 23 settembre.
La mostra sarà solo la prima tappa del progetto “Capri Caput mundi by Sergio Rubino”, curato da Bruno Flavio, presidente dell’Associazione culturale Polis 3.0., che prevedrà la pubblicazione presso le edizioni Emporium Capri di di un libro d’arte firmato dal poliedrico maestro ceramista Sergio Rubino che con la sua vasta produzione artistica ha saputo essere ambasciatore di Capri nel mondo.
(Fonte: comunicato stampa)