Costanzo Federico: “Ripartiamo dal nostro passato”
di Claudia Catuogno. –
Estate 2020 & ripartenza, ne parliamo con Costanzo Federico, imprenditore ed artigiano dello storico brand di calzature Amedeo Canfora.
Lei, con la sua famiglia, è titolare di una delle ultime boutique di veri artigiani capresi. La sfida al Covid per le realtà come le sue avrà delle sfumature diverse dai grandi brand internazionali. Quali sono le sue speranze, quali le cose che dovranno sicuramente cambiare e quali invece rimarranno sempre uguali?
“Oggi viviamo in uno stato di grande incertezza sospesi tra la paura appena passata e la voglia di ripartire al meglio e quanto prima. Capri ad oggi ha vinto la sfida alla pandemia e questo grazie alla rigidità dei protocolli, ai controlli ed al senso di responsabilità della stragrande maggioranza della popolazione. Questo deve rappresentare il grande vantaggio che abbiamo oggi, piccoli artigiani come noi e grandi aziende, e cioè ripartire puntando sullo charme che avvolge Capri da sempre e vantandoci di aver davvero limitato al minimo possibile l’impatto del virus sulla nostra isola. L’impressione è che il cambiamento sarà necessario e dettato dall’evolversi del virus e dai successivi risvolti che avrà sui singoli territori nei prossimi mesi e anni, nelle ultime decadi qui a Capri si è sempre invocata in un modo o nell’altro una leggera flessione degli sbarchi anche solo per rendere l’isola stessa più vivibile e gestibile e credo che questo stia per avvenire anche se in modo coatto rappresentando uno spunto ed un’incredibile occasione da sfruttare per capire effettivamente dove e come intervenire per poi stabilizzarci su determinati standard migliorativi rispetto al passato. Credo sia ormai il tempo di ragionare su piccoli ma significativi interventi come i biglietti nominali per raggiungere l’isola e finalmente un sistema di prenotazione online reale senza bisogno di ritiro del cartaceo e lunghe ed estenuanti file e con la possibilità, come per gli aerei, di poter scegliere il proprio posto a sedere già giorni prima pagando anche un sovrapprezzo. Sarebbe un modello di efficienza da promuovere con i nostri clienti ed un salto di qualità in organizzazione e sicurezza nostra e dei nostri ospiti che rappresentano ed hanno rappresentato la nostra ricchezza”.
A Capri esiste un nutrito gruppo di giovani imprenditori come lei, ricco di idee ed entusiasmo, che, però, raramente viene interpellato a livello locale, mentre all’estero vogliono sentire la vostra voce. Ultimamente addirittura Forbes le ha dedicato un ampio spazio. C’è qualcosa che vuole suggerire all’intero “sistema Capri” per rendere questa crisi un’opportunità?
“Bisogna ripartire prendendo spunto dal nostro passato e da altre crisi e flessioni che ha vissuto l’Italia e Capri nel particolare, una crisi come l’attuale è un’opportunità per capire chi è davvero bravo a fare il proprio lavoro ed ha capacità di ricominciare esattamente da dove si era fermato mettendoci entusiasmo, professionalità e voglia di emergere. Ci sarà sicuramente meno spazio per l’improvvisazione e la superficialità, speriamo anche in maggiori opportunità per i giovani capresi che troppe volte sono costretti a lasciare l’isola o a soffocare qualsiasi volontà imprenditoriale visti gli spropositati costi iniziali e di gestione. Noi capresi siamo sempre stati maestri non solo nell’artigianato e nell’accoglienza turistica ma anche nel capire concretamente quali onde cavalcare per accrescere la fama e l’indotto economico dell’isola in base alle esigenze turistiche che si sono sviluppate dal dopoguerra ad oggi. Non credo sinceramente alla contrapposizione tra la fama internazionale ed il distacco dell’ambito locale, è probabilmente una conseguenza dell’evoluzione del commercio e del dilagare dei grandi marchi a Capri che ha reso molto difficile per i capresi fare impresa o rimanere addirittura in commercio visto lo strapotere economico delle aziende intervenute sull’isola, personalmente grazie ai nostri 74 anni di storia, ed al lavoro di mio nonno Amedeo Canfora godiamo di una certa considerazione internazionale e mai come in questo momento che sia Forbes o il Financial Times a cercarci per avere le nostre considerazioni sul momento storico e commerciale dell’isola, è fondamentale che passi un unico messaggio per il bene di Capri e di tutte le aziende e famiglie che ci vivono e lavorano, Capri tornerà presto ad essere il sogno di milioni di viaggiatori ed il gioiello che il mondo ci invidia”.
E-Commerce: parliamone. Per il Made in Capri può rappresentare non solo una salvezza temporanea ma un vero e proprio settore su cui investire anche negli anni a venire. Lei è stato un pioniere, ci racconti la sua avventura che se non erro risale alla seconda metà degli anni Novanta.
“Sono d’accordo solo in parte, ed è una risposta piuttosto complessa da dare rispetto alla domanda, la vendita attraverso il web è sicuramente una risorsa ma oggi presuppone grande impegno, dedizione ed investimenti che a lungo andare per una piccola realtà artigianale diventano purtroppo insostenibili. Essendo noi appunto pionieri del settore abbiamo vissuto questa ‘evoluzione nell’evoluzione’ che continua velocissima ormai da 20 anni senza sosta. Lo sviluppo della tecnologia, la velocità di spedizione, l’economicità della spedizione stessa rispetto alle ovvie difficoltà dei trasporti che viviamo noi a Capri specialmente d’inverno rendono molto difficoltosa la gestione del commercio sul web. Oggi i colossi del settore offrono consegne same day, resi incondizionati e gratuiti anche dopo 30 giorni dall’acquisto e si basano su investimenti milionari per mantenere altissimo lo sviluppo della tecnologia oltre ad interi team di lavoro per ogni singolo comparto, pensiamo ad esempio ai social media dove per ogni azienda ci sono decine di figure specializzate al lavoro per il design ed il successivo posizionamento. Impossibile stargli dietro col rischio di poter apparire anacronistici o poco professionali e paradossalmente allontanare potenziali nuovi clienti. Oggi credo che il web per piccole realtà come le nostre possa essere sfruttato principalmente come biglietto da visita e mezzo per rimanere in contatto con i propri clienti acquisiti negli anni nel proprio store. Faccio un banale esempio, nel 1998 abbiamo ideato questo sistema (copiatoci pedissequamente da decine di altre aziende anche non capresi) col quale stampando un semplice foglio A4 si sarebbe potuto appoggiare il piede su una suola virtuale per essere certi della propria misura. Quanto arcaico può apparire se pensiamo alla possibilità di poter ormai scannerizzare con qualsiasi smartphone il proprio piede in 3d e conoscere esattamente tutte le misure in modo efficace ed immediato?”
Salutiamoci parlando di cose belle, c’è qualche novità che bolle in pentola per la stagione 2020?
“La pandemia e la quarantena ci hanno costretti ai box per 2 mesi ma questo non ha ovviamente fermato la nostra creatività ed i nostri progetti per la collezione 2020 che anche se in leggero ritardo non vediamo l’ora di presentare. Back to work!”.