Dal punto di vista di…Sonia Fucito

di Ugo Canfora. –

La parola alla dirigente dell’Istituto Nievo Sonia Fucito, che parla agli studenti ed alle loro famiglie.

Il momento è indubbiamente difficile per la scuola: prima ancora di parlare di didattica, gli alunni come stanno affrontando psicologicamente questa situazione per loro anomala e di difficile comprensione?

“Solo un mese fa nessuno di noi avrebbe immaginato, neanche lontanamente, questa situazione, e i bambini si sono trovati da un giorno all’altro senza i compagni, senza i propri insegnanti, senza la dimensione culturale ma anche aggregativa della scuola, e chiusi in casa. Eppure, credo siamo noi a dover imparare dai bambini in questi difficili momenti: essi stanno reagendo con il loro innato ottimismo, con la fantasia, con la dimensione del gioco e dell’immaginazione. Ogni giorno mi arrivano fotografie con gli arcobaleni disegnati dai bambini capresi, che appaiono sereni e sorridenti: bastano dei pastelli per renderli allegri. Certo, anche loro, in particolare i più grandicelli, si sentiranno smarriti, e limitati nel loro innato bisogno di movimento, eppure col supporto delle famiglie e quello a distanza dei docenti sono sicura che trasformeranno questa ‘clausura’ in un’occasione di crescita”.

I genitori invece, stante l’evidente difficoltà per chi lavora di dover gestire la presenza in casa h24 dei figli, hanno capito la necessità della chiusura delle scuole?

“Si, i genitori hanno capito che la tutela della salute e la necessità di evitare un contagio a tutti i costi sono in questo momento la priorità assoluta”.

Didattica online: gli strumenti ci sono e sono anche molto validi. Ce li potrebbe illustrare in modo anche da sfatare la falsa convinzione che si tratti di semplici videochat come quelle che siamo abituati a fare per svago?

“Gli strumenti con cui fare ‘didattica a distanza’ sono numerosi e molto complessi, e le videochat sono solo uno dei mezzi a disposizione dei docenti: ogni giorno vengono proposte nuove applicazioni e piattaforme, nascono forum, siti dedicati, seminari di formazione, tra cui è complesso districarsi ma che è indispensabile sperimentare per individuare le modalità più efficaci per insegnare a distanza. Sarò sincera: ci siamo trovati catapultati da un giorno all’altro in questa nuova situazione, ci siamo dovuti inventare un nuovo modo di fare scuola all’improvviso, siamo ancora in fase sperimentale, e le criticità non mancano, ma non manca neanche la voglia di fare dei docenti: sono a disposizione dei bambini e delle famiglie, inviano materiali, correggono i compiti, registrano messaggi audio per far sentire la loro vicinanza ai bambini, condividono risorse online, spiegazioni, siti di interesse, studiano, si aggiornano, collaborano. Sarebbe facile scoraggiarsi e gettare la spugna, ma loro stanno reagendo con entusiasmo, perfettamente consapevoli che in un momento come questo non bisogna lasciare soli bambini e ragazzi, che la scuola non è solo un luogo fisico, ma è rete, è comunità educante. A loro va il mio più sentito e sincero ‘grazie’. E’ certo, però, che nulla, nemmeno la più sofisticata dotazione informatica, potrà mai sostituire la lezione in presenza, e il clima di classe”.

Nell’ambito della didattica vengono affrontati temi correlati al Coronavirus, come le precauzioni contro le false informazioni, trovandosi i ragazzi in un’età così delicata e cruciale?

“Ho sempre insistito molto con i docenti nel portare avanti la lotta contro ‘fake news’, bufale e complottismo. E’ compito della scuola sviluppare nelle nuove generazioni il senso critico e insegnare ai ragazzi a distinguere ciò che è basato su evidenze scientifiche da ciò che viene spacciato come vero ma che vero non è. Le difficoltà degli insegnanti sono le stesse di chi lotta ogni giorno contro l’analfabetismo funzionale: si dubita dei medici ma si crede ciecamente ad anonimi personaggi sul web che, non si sa come, sarebbero in possesso di scottanti segreti di Stato; talvolta, purtroppo, sono gli adulti i primi a diffondere notizie senza fondamento, ricevute tramite ‘catene’ sui social media. Eppure, è doveroso da parte di tutti noi la verifica dei fatti”.

Possiamo rassicurare che nel malaugurato caso la sospensione delle attività didattiche “tradizionali”, si dovesse protrarre gli alunni non perderanno l’anno scolastico?

“Il Ministro Azzolina ha in più occasioni rassicurato gli alunni: si può derogare al limite dei 200 giorni di lezione, anche se non sappiamo se e di quanto slitterà il termine delle lezioni, ora fissato al 5 giugno”.

Oltre allo studio, ovviamente c’è da considerare anche lo svago, in questo momento è chiaro il rischio di passare troppo tempo davanti ai display, telefoni e videogiochi. Cosa può consigliare ai genitori?

“Il rischio è molto concreto: mettere un cellulare o un tablet in mano ai bambini e ai ragazzi è il modo più ‘economico’ ed efficace per tenerli tranquilli. Ma è il modo sbagliato. La dipendenza da cellulare è un dato di fatto, e momenti come questi rischiano di esasperare questa tendenza. Quindi è il momento in cui i genitori intervengano con coraggio e autorevolezza. Non è facile, perché acconsentire è più comodo che negare, ma diventa doveroso, ora o mai più. I genitori potrebbero dare per primi il buon esempio, usare il cellulare solo per il tempo strettamente necessario, poi dedicarsi ai figli: ritrovare la dimensione del gioco, ad esempio modellismo e costruzioni, oppure del dialogo: dallo Sportello Ascolto emerge un disperato bisogno dei ragazzi di parlare e di essere ascoltati, compresi, senza essere giudicati o ‘valutati’, magari a partire da un voto in una disciplina. I genitori sono preoccupati: non solo per l’emergenza sanitaria, ma anche per le sue drammatiche conseguenze economiche, particolarmente rilevanti per un territorio che vive di turismo. Per questo, riscoprendo il valore del dialogo e della vicinanza, la famiglia può ritrovare quella dimensione di coesione basata sul supporto reciproco e sull’affetto che permettono di superare le difficoltà più facilmente. La scuola è ancora una volta a fianco della famiglia nel prendere per mano bambini e ragazzi e guidarli verso il futuro”.