Maledetti pedoni!
di Michele Di Sarno.
Stando alle ordinanze vigenti, nelle zone pedonali della Città di Capri i carrelli dovrebbero circolare
a passo d’uomo e in orari limitati, mentre le biciclette non potrebbero circolare affatto, così come i
monopattini e gli altri veicoli simili. Tutto questo a tutela dei pedoni. Io sono uno di questi e solo
oggi ammetto di essere in torto.
Già il termine “pedone” suggerisce alla mente qualcosa di estremamente ingombrante, fastidioso,
d’intralcio: effettivamente è così. Devo confessare che l’avversità che avevo nei confronti dei
Vincenzo Nibali di Tiberio e dintorni era dettata solo dall’invidia: uscire di casa un quarto d’ora
prima di loro e vedermi raggiungere poco prima del traguardo mi faceva sentire sconfitto,
inadeguato. L’idea che quelli, ogni giorno, potessero starsene a letto un quarto d’ora più di me era
lancinante. Per non parlare di quando si sono diffuse le biciclette con pedalata assistita: era uno
schiaffo alla miseria per noi, che come unico supporto abbiamo quel passante più lento con cui
fingere cordialità pur di avere la scusa per rallentare, aggrappandoci a lui come Dorando Pietri alle
Olimpiadi di Londra.
Anche ai carrellisti dobbiamo delle scuse per tutte le volte che, nelle strade strette, li abbiamo fatti
fermare nello slargo più vicino e lasciati attendere il nostro lentissimo, comodo, passaggio. A
proposito, se doveste mai decidere passare all’altra scuola di pensiero, quella secondo cui è il
pedone a doversi fermare all’imbocco di una via secondaria per far passare il carrello su quella
principale, non lamentatevi se il carrellista vi farà segno che proprio quella volta deve passare
dove vi siete trincerati voi: sarà una sacrosanta vendetta.
Solo oggi mi rendo conto di quanto noi, maledetti pedoni, siamo iperprotetti ed
ingiustificatamente privilegiati: il “carrettino” per la spesa non è forse un mezzo di trasporto,
specie quando vi ci appoggiamo per spingerlo in salita? Non lo parcheggiamo fuori la nostra
bottega di fiducia esattamente come qualsiasi altro veicolo, con tanto di cognome scritto sopra a
mo’ di antifurto? E poi, non ho mai visto qualcuno sulla bici o sul carrello perdersi nello
smartphone, ascoltare musica negli auricolari o fare danni con gli ombrelli: loro sono attenti, noi
siamo distratti e perciò pericolosi.
Fate come me e ravvedetevi: siamo noi pedoni a dover essere seriamente regolamentati nel
nostro ostinato e antiquato vizio di passeggiare in un mondo che va di corsa!